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Premio di Poesia Francesco Moro - Comune di Sartirana Lomellina 2011
XIV Edizione

Ultimo aggiornamento: 01 Marzo 2012
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

  • Aggiornamento del 15-06-2011: Resi noti i risultati.

Risultati

Risultati della quattordicesima edizione del Premio Nazionale di Poesia Francesco Moro – Comune di Sartirana Lomellina 2011


La Giuria della quattordicesima edizione del Premio Nazionale di Poesia Francesco Moro – Comune di Sartirana Lomellina 2011, organizzato dalla Biblioteca Comunale di Sartirana Lomellina (PV) con il patrocinio del Comune di Sartirana Lomellina e della Provincia di Pavia e con la collaborazione tecnica dell’Associazione Culturale Il Club degli autori, composta da: per il Sindaco di Sartirana Lomellina Ernesto Prevedoni Gorone, il delegato Franco Fasulo; Paola Camussoni, Presidente della Civica Biblioteca “Francesco Moro” di Sartirana Lomellina, prof. Luisa Denari; Felice Martinotti, esperto di poesia dialettale, Umberto De Agostino, Segretario del Premio.
Dopo attenta valutazione delle opere pervenute ha stilato la seguente classifica:


Sezione Poesia in lingua italiana:

  • Autrice 1^ classificata con «Il disabile» di Augusta Potestà, Alcara Li Fusi (ME) . Vince Euro 100,00 – Targa del Comune di Sartirana – Pubblicazione di un libro di 32 pagg. edito dalla casa editrice Montedit di cui 100 copie vengono assegnate all’autore – Attestato di merito – Pubblicazione della Poesia sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia – Pubblicazione della Poesia sul sito Internet del Club degli autori
  • Autrice 2^ classificata con «Ciò che siamo adesso» di Marinella Barbero, La Loggia (TO). Vince Euro 70,00 – Targa del Comune di Sartirana – Pubblicazione di un libro di 32 pagg. edito dalla casa editrice Montedit di cui 50 copie vengono assegnate all’autore – Attestato di merito – Pubblicazione della Poesia sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia – Pubblicazione della Poesia sul sito Internet del Club degli autori
  • Autore 3° classificato con «Mercante di chimere» di Salvatore Paolino, Modica (RG). Vince Euro 30,00 – Targa del Comune di Sartirana – Attestato di merito – Pubblicazione della Poesia sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia – Pubblicazione della Poesia sul sito Internet del Club degli autori
  • Autore 5°classificato con «Fai in modo» di Antonio Paoletti di Olginate (LC).
  • Autore 7°classificato con «Piccole mani» di Fabio Bet, San Vendemiano (TV).
  • Autrice 8^ classificata con «Mirando» di Paola Cenedese, Carbonera (TV).
  • Autore 10°classificato con «Serrato» di Domenico Perugini, Milano.

Dal 4° al 10° classificato vincono: Attestato di merito – Pubblicazione della Poesia sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia – Pubblicazione della Poesia sul sito Internet del Club degli autori


  • Premio Speciale Peppino Miglietta all’opera «Bambini armati» di Alberto Arecchi, Pavia. Vince Euro 100,00 – Attestato di merito.
  • Premio Speciale Suor Maria Giorgetti all’opera «Terra dei miei natali» di Adriano Scandalitta, Mortara (PV). Vince Euro 100,00 – Attestato di merito.


Opere Segnalate dalla Giuria con Attestato di merito:

  • «Gli ultimi passi», Mariateresa Biasion Martinelli, Orbassano (TO).
  • «Neve», Daniele Ciresa, Capraia e Limite (FI).
  • «Ti racconto», Diego Fantin, Thiene (VI).
  • «I “salti in mente», Orazio Gennuso, Messina.
  • «Natura morta», Marcello Guaiana, Cesena (FC).
  • «L’ultimo volo»», Roberto Ragazzi, Trecenta (RO).
  • «Il gelo dei giorni che verranno», Ermano Saino, Mortara (PV).
  • «La mia pace», Barbara Santoni, Chiusi (SI).
  • «Gli ostacoli non gli fanno paura», Alba Silva, Robbio (PV).
  • «In imo pectore (habitat veritas)», Stefano Tonelli, Milano.


Sezione Poesia in vernacolo pavese:

  • Autrice 2^ classificata con «La sminsata» di Maria Luisa Casè, Robbio (PV).
  • Autrice 3^ classificata con «Incùra in co» di Adriana Montemartini, Gambolò (PV).

Dal 1° al 3° classificato vincono: Prodotti tipici locali – Attestato di merito – Pubblicazione della Poesia sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia – Pubblicazione della Poesia sul sito Internet del Club degli autori


La cerimonia di Premiazione si terrà a Sartirana Lomellina domenica 17 luglio alle ore 10.30, presso la Biblioteca Civica «Francesco Moro» di via Castello.

Opere vincitrici



Augusta Potestà


Opera 1^ classificata


Il disabile


Ti penso, ti vedo lontano nel tempo.
I languidi occhi, il passo strisciante
offuscata la mente.
E or dove sei?
Forse ridi, se pensi alla vita di bimbo
sempre colma di baci e carezze.
Forse piangi, ormai solo
e lontano, invocando
la mamma scomparsa, aspettandola invano.
L’arcana natura ti plasmò
con l’infida sua mano
ma il cuor preservò che, col suo puro candore
la riscatta dal male e tu, ignaro,
trasformi quel male in amore




Marinella Barbero


Opera 2^ classificata


Ciò che siamo adesso


Tremava la pianura sotto la suola dei soldati
e la parola libertà spiccava il volo.
A Calatafimi, ove la terra si inzuppa di mare,
battevano i cuori sotto le camice scarlatte
ed il futuro vibrava nell’urlo di vittoria.
Ora siamo qui, fratelli di chiunque,
abbiamo estirpato confini ma quanto siamo liberi?
Ancora un dialetto sa far discrepanza,
una sfumatura d’incarnato assegna ad una stirpe.
L’Unità piange silente, l’egoismo dell’uomo
che sulla carta scrive e col cuore cancella.
L’ideale rimane nella mente di molti
ma denaro e potere sono lusinghieri amanti.
Ammaliano e distraggono cervelli e coscienze
di chi dall’alto del Foro dovrebbe l’Italia ossequiare.
Siamo orfani di dignità e rispetto ed io ora vorrei,
nel mio petto, un cuore che somigli a quello di allora.
Vorrei urlare al mondo che l’Unità non è solo storia
ma un seme prezioso cui non può bastare la semplice memoria


……. e nemmeno è ciò che siamo adesso.
Non basta una data, un libro, un tricolore,
serve coraggio ed un passo sicuro,
per onorare il ricordo di chi si è giocato la vita
per far di tante terre …. un’unica bandiera.




Salvatore Paolino


Opera 3^ classificata


Mercante di chimere


Per ricordarmi
se esisti ancora dentro di me,
pensiero dolce e amaro
ad un tempo,
storia invecchiata
fra le pagine ingiallite
d’un diario mai scritto,
sfogliato ogni sera
prima di dormire,
pieno di frasi senza parole,
di desideri inconfessabili.


Per ricordarmi
se esisti ancora dentro di me,
pensiero di fuoco
chiuso nel rimpianto
di non averti più
incontrata d’allora,
tu, la donna del lago
io, mercante di chimere,
se quello fu vero amore
o un altro dei miei sogni
ad occhi aperti.




Francesca Costa


Opera 4^ classificata


Mi rimani nei sentieri dei sogni


T’accompagno al limitar della soglia
ferma ai confini del mondo conosciuto
ormai mi rimani nei sentieri dei sogni
fino a quando a te mi ricongiungerò.


Niente è udibile nella buia eternità
ma silente ti sussurra il mio cuore
il suo addolorato cantico d’amore
imperitura melodia della mia pena.


Prostrate da sconforto son le ore
gelido mi sfiora il vento del dolore
pungendo la pelle della mente
scorticata dalla triste sofferenza.


S’aggirano nelle stanze vuote di te
spettrali pensieri sviliti dall’angoscia
sorseggio l’amaro veleno dei ricordi
lucido è il sale ch’ammanta le gote.




Antonio Paoletti


Opera 5^ classificata


Fai in modo


Fai in modo che la tua vita,
il tuo esserci a questo mondo,
sia come un miracolo,
che ogni tuo istante si rinnovi
e che diventi eternità!
Mettiti ad ascoltare
la musica solenne
del tempo che passa, che trascorre,
non torna più,
e lascia una nota incancellabile
nella tua voce!
Fatti rapire dagli attimi di luce
e quell’azzurro
che ti riveste gli occhi
scrivilo nella tua mente,
nella tua anima,
nelle pagine, nel diario,
del tuo cuore!
In questo modo l’Amore
ti nascerà come un fiore
e compagnia ti farà
quando le ombre
copriranno il tuo sole!


Olginate 5-02-2011




Simona Pagliari


Opera 6^ classificata


A lei… il mio cuore e forse più


Lei lava, stira
ride, scherza, ascolta.
A scuola suona il cellulare:
«Sto impacchettando l’ultimo regalo…
è per te!».
La mia mamma… la bambina più gioiosa
nell’attendere il Natale.
Vive delle piccole cose,
ama la vita, i fiori, i colori…
me
Io e mamma come Thelma e Louise.
Ma noi spacchiamo il mondo
e l’esistenza la respiriamo.
Vado di là… a dirle di questa lirica.
«Mamma, mamma!
Perché non rispondi?»
Ora è immobile in un letto d’ospedale.
Semiparalizzata.
Non parla più.
Non canta più.
Sorride solo
come fa sempre
nella gioia e nel dolore.
«Mamma, se mi vuoi bene,
dammi un segno!»
Lei allunga una mano
e mi accarezza il viso.
Delle rose non sente mai le spine
ma solo il profumo.




Fabio Bet (Reverendo Stone)


Opera 7^ classificata


Piccole mani


Vecchie foto appaiono a volte
Scivolando da vecchi cassetti
Restituiscono vecchie realtà
Mentre noi corriamo al lavoro
Dentro albe buie ed uggiose
E portiamo come uniformi
Le nostre ansie divoratrici


Piccole foto
Piccole facce
Piccole mani


Avevi calzette bianche fatte all’uncinetto
Calzette che ti serravano i minuscoli polpacci
Avevi calzette bianche e piccole scarpine nere
Ma già finivano gli anni settanta
Ed il mondo aveva quel ritmo lì


Quant’è distante quell’istante da quest’istante?


Per noi che corriamo e corriamo
Dentro rumorosi macchinari infernali
Obbedendo a padroni invisibili
Divinità irraggiungibili e siderali
Che ci rubano i piedini e le manine
E ci trasformano in servi e puttane


Ma che ne è stato di quei bambini?
Che cosa ne abbiamo fatto?


Ci sarebbe da gridare fino a scorticarsi la gola
Per precipitare in una vertigine purificatrice


Per le tue piccole mani
E per i tuoi piccoli piedi
Ti amo e ti amerò sempre




Paola Cenedese


Opera 8^ classificata


Mirando


Mi colpisce ogni volta
questa tua fragilità
che ti costringe a lottare
per alzarti in piedi.
Ti tremano le mani mentre cerchi appigli,
ti aggrappi a chi ti sta vicino.
Una continua attesa
i primi giorni con noi…
Un vagare smarrito,
senza riconoscere stanze,
mobili, oggetti
che avevano segnato la tua vita
fino a quel momento.
Sono i tuoi discorsi sconnessi,
parole strappate, bisbigliate,
che noi cerchiamo invano di capire,
a darmi la misura della tua tenacia
nonostante tutto.
Mi ricordi il ciuffo d’erba
che ho visto stamattina.
Ha attecchito nella crepa di un vecchio muro di mattoni.
Un pizzico di terra basta alle radici
per dar vita al fiore giallo
che freme,
nel vento di questa primavera.



Gaetano Pizzuto


Opera 9^ classificata


Nebbie d’assenza
ai malati di Alzheimer


Così ti ho trovata, ieri
poggiata al silenzio d’una finestra,
in quella stanza estranea e bianca
e lo sguardo, fisso nel vuoto infinito
era come allora, gentile e fragile.
Così ti ho ritrovata, all’alba
a consumarti lungo i muri della mente
come una viandante nella notte, che vaga
fra nebbie d’assenza a cercare i pensieri,
i gesti perduti un giorno dopo l’altro, poi
la tua vita, che si lascia vivere, al posto tuo.
Così ti ho trovata, questa sera
seduta accanto alla solitudine, lontana
come rondine abbandonata dallo stormo,
umiliata e senza parole, ormai dimenticate
come sogni che si posano sui ghiacciai del nulla
e la mia rabbia, la pietà, sono nel vento
come i perché rivolti a Dio, e, nell’attesa
di risposte… distanti mille cieli, prego
e piango, se un ricordo più non ti conosce,
se gli altri non sono che ombre, chimere
e se più, non puoi amare chi ti ama.
Così verrò a trovarti, domani
ed anche quando, le stagioni che verranno
saranno solo inverni, echi che gridano, io
ti parlerò ancora di noi, dei nostri momenti,
ti porterò una rosa, dai giardini del cuore
e forse, solo per un istante
la tua anima… si ricorderà di te.




Domenico Perugini


Opera 10^ classificata


Serrato


Un infinito e prezioso


tocco d’amor mi desti,


in me serrato, ancor


mi nutre.




Maria Clara Quinale


Opera 1^ classificata sezione vernacolo


Quänd che lêsi


Quänd che lêsi
‘sti puisii
l’è tamme fa passà
di vêgg futugrafii,
‘iä vädi cun la mênt,
‘iä senti cun al cör,
a vädi fina i so culûr,
a sênt la cûrt
cui so rumûr:
i socäl di cavâl
chi picän in-tlä rissà
i ännin adré la rûsa
cla passa riva ca’,
la topia ‘d l’ügä,
la fila ‘d salici piängênt,
a sênt la vûs cuntenta
dla mè gênt…


Inchö però, l’è no giurnà!
l’è mei che löghi tütt
e mäti via
prima che ‘m ciàpa fôrt
la nustälgia.




Traduzione:


Quando leggo


Quando leggo
‘ste poesie
è come sfogliare / vecchie fotografie,
le vedo con la mente
le sento con il cuore,
vedo persino i loro colori,
sento il cortile
coi suoi rumori:
gli zoccoli del cavallo
che picchiano sul selciato
gli anatroccoli alla roggia
che passa vicino a casa
il pergolato dell’uva
la fila di salici piangenti
sento la voce contenta
della mia gente…
Oggi però, non è giornata!
È meglio riordinare tutto
e mettere via
prima che mi prenda forte
la nostalgia.




Maria Luisa Casè


Opera 2^ classificata sezione vernacolo


La sminsata


Pûeta i son, ad l’ültim üra,
par no smantiam da ti,
o sminata rivà dal piacentin,
fin chi, n’ mes da sti riseri,
cûn la to bicicletta un po a sgangherà,
che sütta al pes di smensi, carià sul portapac,
as lamintava un po’ ad ogni pedalà.
Giranda par paiss, casini e cà par cà,
la gent a ta spiciava par l’ort laurà,
e chi l’avria mai dii che propi chi,
dop tantu pedalà,
t’avrii lasà al to cör par met su ca.
Guardanda al verd di to riseri,
i brilavan i to öc, cûn nostalgia,
pinsanda ai to muntagn ad vigni ricamà,
filar tüc urdinà chi sparivan giù par la scarpà,
par po riturnà su e rampia, rampia,
fin dua i to öc i pudivan rivà.
e n’cù t’sintivi al vent cuntent giugà, n’ mes da cui filar,
da cûl prufum inebrià, ad nuvel vin fracà,
che al temp ad la vendemmia la fava da padron,
entranda cittu cittu cà par cà.
An fond ad la cûntrà, n’a musica ad festa,
la turna minat cà,
Curiosa t’sé, … et vori vêcc… che festà l’è,
e n’tant che ti tan davi,
un prufum n’ contra al gniva,
n’t’un cudron, larg mè n’a rova d’un caret,
ecco, sautà al ris cuntent,
e al vin di to muntagn,
ac fava compagnia,
dû gust e dû prufum, che ben a san marià,
par diventà “paniscia” e at tüc la fam sasià.
La rida la Sminata pinsanda a cûl distin,
so e dal vin, tüc du, ian salutà i muntagn,
par fa furtunna, e m’sa che tutti e du, a l’an trua!




Traduzione: La venditrice di sementi


Mi son improvvisata poeta
per non dimenticarmi di te
o venditrice di sementi arrivata dal piacentino
fin qui, tra le risaie,
con la tua bicicletta vecchia e sgangherata,
che sotto al peso delle sementi, sul portapacchi caricate,
si lamentava un po’, ad ogni pedalata.
Girando per paesi, cascine e casa per casa,
la gente ti aspettava per l’orto lavorare,
e chi l’avrebbe detto che proprio qui,
dopo tanto pedalare,
avresti incontrato l’amore, e messo su casa.
Guardando il verde delle tue risaie, brillavano i tuoi occhi,
con nostalgia pensando alle tue montagne di vigne ricamate,
filari tutti ordinati, che sparivano giù per i pendii,
per poi ritornar su, ed arrampicarsi,
fin dove i tuoi occhi potevano vedere.
E ancor sentivi il vento contento giocare in mezzo a quei filari,
inebriato, di quel profumo, di novel vino pigiato,
che al tempo della vendemmia spadroneggiava,
entrando di soppiatto nelle case.
In fondo alla via una musica di festa,
ti scuote da quei pensieri per riportarti al presente.
Curiosa sei, e vuoi vedere che festa sia,
ma mentre tu andavi,
un profumo incontro ti veniva,
in una pentola, larga come la ruota di un carretto,
ecco saltare il riso contento,
e il vino delle tue montagne gli faceva compagnia,
due gusti e due profumi che ben si accoppiavano,
per diventar “Paniscia” e di tutti la fame saziare.
Sorride la venditrice di sementi pensando a quel destino,
suo e del vino, che le montagne han lasciato,
in cerca di fortuna e mi sa che tutti e due l’han trovata!




Adriana Montemartini


Opera 3^ classificata Sezione Vernacolo


Incùra in co


Incùra in co
Quand al dì al camina
E asfà incuntrà ala matina
Incùra in co
Quand Incumincia la sìra
E intà stés temp as trova a riva
Incùra in co
Cun amur e cun tanta cor
incùra in co
Ades l’è al mument
Pusè bel che ier.



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