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Premio di Poesia Poeti dell'Adda 2003
VIII Edizione

Ultimo aggiornamento: 30 Luglio 2003
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

Antologia – Clicca qui per vedere l’antologia

Premiazione – Si è tenuta sabato 10 gennaio 2004 alle ore 15,30 a Melegnano (Milano) presso il Salone Predabissi in via Frassi, 2 angolo via Predabissi. I premiati hanno ricevuto l’invito a mezzo posta.
Tutti i partecipanti hanno ricevuto una copia della rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso.

Risultati

La Giuria dell’ottava edizione del Premio di Poesia I Poeti dell’Adda 2003, presieduta da Massimo Barile, dopo attenta valutazione delle opere pervenute ha decretato la seguente classifica:


  • 1° classificato: Michele Piacenza, Venegono Sup. (VA) con Volo di mezzanotte. Vince targa Poeti dell’Adda – Pubblicazione di un libro di 32 pagine con assegnazione di 100 copie gratuite – Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori e su Internet.


Questa la motivazione della giuria: «L’Autore è ispirato e violento nel fotografare il proprio stato d’animo, la voglia ossessiva di volare via dalla giostra beffarda della vita, dal circo odierno dell’esistenza dove tutto è apparenza, dove tutto è in bilico. Entusiasmante tentazione poetica di filtrare un illusorio elisir, goccia dopo goccia, quotidianamente mischiando le carte, alzando la posta in gioco, rischiando tutto perchè vincere o perdere a questo punto è indifferente. Ciò che conta è ravvivare il tempo restante. Impietoso e disincantato passa sotto le forche caudine erette dalla vita: eremi silenziosi, ombre di angeli, idee celestiali e terrene, emozioni disperse dal vento. Dilata il tempo e lo trasforma in una inaudita immane vertigine: non resta allora che allontanarsi grazie ad un insistente, allucinato, volo di mezzanotte» (Massimo Barile).


  • 2° classificato: Valentina Barbieri, Roma con Disincanto. Vince la pubblicazione di un libro di 32 pagine con assegnazione di 50 copie gratuite – Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori e su Internet.


Questa la motivazione della giuria: «Le sue parole sono fendenti di affilate lame che penetrano nella carne, aprono squarci nel costato, dilaniano il corpo tra il sacro e il profano: oltre i labirinti di ogni convenzione. La sua poesia è pervasa da acido fenico e odore d’aceto, le sue visioni sono trapunte di spine tormentanti: ogni residuo esistenziale giace nella polvere sporca di sangue sedimentata nell’arena millenaria calcata dall’Uomo. Disincanto, eterno disincanto» (Ma. Ba.).


  • 3° classificato: Alessandro Testa, Varese con In cima alla duna.


Questa la motivazione della giuria: «Tutto ammutolisce davanti allo spettacolo della vita e nasce un piacere folle al pensiero di perdersi in un angolo di mondo. Gettarsi nel nulla dove non esistono i sensi, dove non assedia la fame, dove non si beve dall’amaro calice della vita: una separazione dal mondo e da tutte le cose di cui ci circondiamo quasi a dover sottostare all’esigenza di una estensione i cui confini siano inafferrabili e che si fa improrogabile. È un rapimento davanti al fascino spontaneo dell’oblìo di sé, per raggiungere la sensazione di immaterialità, per non essere più niente, per sfuggire alla coscienza: affinchè l’anima possa appartenere/fosse solo per un istante/all’immenso nulla costellato. Un vuoto oscuro che inghiotta in una notte eterna» (Ma. Ba.).


Vince la pubblicazione di un quaderno di 32 pagine con assegnazione di 50 copie gratuite – Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori e su Internet.


  • 4° classificato: Vanessa Cimiero, Grumello del Monte (BG) con Freddi raccolgo…


Vince la pubblicazione di un quaderno di 32 pagine con assegnazione di 50 copie gratuite – Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori e su Internet.


Vincono Attestato di merito, pubblicazione dell’opera vincitrice su Il Club degli autori e su Internet più 10 copie in omaggio della rivista sulla quale viene pubblicata l’opera premiata:


  • 5° classificato: Federico Fieri, Prato (PO) con Il sale dolce della vita.
  • 6° classificato: Alessandra Crabbia, Caerano San Marco (TV) con Boulevard Saint-Germain…
  • 7° classificato: Nicoletta Scano, Broni (PV) con La casa delle bambole.
  • 8° classificato: Cristiano Comelli, Legnano (MI) con Cammini.
  • 9° classificato: Francesca Di Cesare, Aosta con Chiodi e miele.
  • 10° classificato: Egidio Belotti, Fossano (CN) con Anche oggi questo giorno quieto.


Sono Segnalati dalla Giuria con Attestato di merito i seguenti autori:


  • Sergio Barbieri, Voghera (PV) con L’aria arde quando respiriamo;
  • Manuela Conti, Barzanò (LC) con Cuore immobile…;
  • Claudio Fichera, Genova con Nera;
  • Marco Galvagni, Milano con Germoglio vergine;
  • Simonetta Gravina, Roma con L’ultimo scacco;
  • G. Battista Leone, Salerno con Fior di pervinca;
  • Danila Olivieri, Riva Trigoso (GE) con D’azzurro ravvolta;
  • Anna Rizzardi, Brescia con Farfalla cieca;
  • Francesco Sassetto, Venezia con Incontro;
  • Adriana Scarpa, TREVISO tv con Ogni mattina;
  • Roberto Silleresi, Baganzola (PR) con Lui & Lei;
  • Danilo Tabacchi, Carpi con L’Addio;
  • Anna Maria Tettamanzi, Malnate VA con Straniero.


La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 10 gennaio 2004 alle ore 15,30 a Melegnano (Milano) presso il Salone Predabissi in via Frassi, 2 angolo via Predabissi. I premiati hanno ricevuto l’invito a mezzo posta.


Opere vincitrici

MICHELE PIACENZA

Opera 1ˆ classificata

Volo di mezzanotte


Gocce di pioggia galleggiano
tra gli spazi del vento insistente,
patine nascoste come ombre di angeli,
eremi silenziosi nel deserto di Giuda,
lasciti ad eterne imprese ci tentano
vicino ad un ricordo distinto e silenzioso
dove ognuno rinuncia al suo premio
guardando sui fogli caduti dal paradiso,
complimenti ed idee tra cielo e terra.
Accanto al proprio cuore c‘è chi inoltra messaggi
allucinanti sapienze ed isole improponibili,
chi organizza il circo di storie in bilico su tutto,
chi cambia la gente annunciando un nuovo indirizzo,
ognuno animando spietatamente il proprio tempo
ognuno mischiando quotidianamente le carte sul tavolo
mentre anch’io mi rincorro velocemente
tentando di allontanarmi dalle ore e dalla pietà
attraverso circostanze luci e rintocchi
attraverso una sfera inconsistente e perseverante
attraverso un insistente, allucinato, volo di mezzanotte.


VALENTINA BARBIERI

Opera 2^ classificata

Disincanto


Hai trascorso notti intere
a lambiccarti il cuore,
a pescare astragali sibillini
nel bussolotto dei pensieri
di chi milita codardo
nei labirinti della convenzione,
e numero qualunque ti pone
fra i suoi discalcoli.


Verrà anche per te
il giorno, e sarà tormento
ricambiato, sacramento
d’amore bastardo,
squarcio nel costato
senza bruciore d’aceto,
corona sconsacrata
trapunta di esili spine
disperse a terra
e danzanti nella polvere
dell’arena di Cupido.


ALESSANDRO TESTA

Opera 3^ classificata

In cima alla duna


Vorrei vivere là, dove la vita
sia solo una questione
di primitiva sopravvivenza.
Dove i miei sensi
possano disperdersi nel nulla,
dove la fame
non venga a confondersi con l’appetito.
Vorrei vivere là, dove conoscere
non sia una questione di culto,
dove l’orizzonte
non venga oltraggiato
dall’abominevole costruzione dell’arrivismo.
Vorrei vivere là, dove i miei passi
conducano nella rena
ad un cammino senza meta,
dove i tetti bruciati
rappresentino occasione
di riscoprire le stelle.
Vorrei vivere là, dove la morte
riviva sua natura
e la vita non rappresenti altro
che un gradevole intermezzo.
Vorrei vivere là...
La comodità del mio velluto esistenziale
m’imprigiona,
rendendo reali
artificiose costruzioni di vacuo valore.
Mio pensiero lacrima
e nient’altro rimane
che ripiegarmi in un angolo di mondo
dove la mia anima possa appartenere
fosse solo per un istante
all’immenso nulla costellato.


VANESSA CIMIERO

Opera 4^ classificata


Freddi, raccolgo i pomeriggi uggiolanti,
Intirizziti si stringono a me.
Rifugio cercano da notti impotenti
Insonni ricettacoli di speranze rivoltose.
Tra le vitree volte d’ocra e di malta lotta
Un lungo respiro che
Questi pomeriggi raggruma nel silenzio della preghiera.
Gelidi sorrisi che si perdono vocianti
In questo angolo d’epoche.
Tra le parole dimenticate e l’amore arido della modernità
Appare un po’ estraneo il viso di un uomo inerme
Che quelle parole ha tramandato.
Ha il volto sereno delle fanciulle innamorate dei padri.
Si allontana sotto queste volte austere
Lampi d’ocra si gettano sulle spalle scarne.
Rimango qui mentre il gelo concede pace
All’inquietudine del tempo che scava i corpi uggiolanti
Pomeriggi incerti sotto la ruota ironica della caducità.


Tu morte, sei sparita dal buio degli animi
Ti vendi per la giovinezza, le tue danze son proibite
E quel che rimane è l’angoscia di non poterti superare.
La vecchiaia non è più saggezza, soavità
Inconsumabile!
L’uomo dal volto pietoso non l’ascoltano che i morti
Lo vendono e lo usano e le sue parole rimangono mute.


Gelidi pomeriggi uggiolate ancora
Perché io mi ricordi della dolcezza della vita
Anche tu Vita canterai il tuo madrigale e dopo un pasto frugale
Ti addormenterai accanto a me.


In quel momento quell’uomo tanto sfruttato mi accarezzerà
E io verrò via con te.


FEDERICO FIERI

Opera 5^ classificata

Il sale dolce della vita


Si mantiene al caldo il futuro
in un percorso di spezie profumato
quale alimento arrendevole o duro
a volte con sapor di bruciato;


nel cuore a vapore scottato
una macchia di sangue fluente.
L’odore su un piatto assai elaborato,
e intorno, l’aroma di tutto o di niente.


Nel tiepido ristoro si rifocilla
l’animo che già forma il callo
su carne fresca seppure scondita.


In succo l’amor si distilla.
Si fa polvere di cristallo
il sale dolce della vita.


ALESSANDRA CRABBIA

Opera 6^ classificata

Boulevard Saint-Germain e Chopin nelle orecchie

(Per Diego)


Dalle stanche vetrine notturne di un caffè traslucido e grigio,
Chopin nelle orecchie,
lo specchio di pioggia nervosa sulla strada lucidata da mille e più sogni:
e guardavo con l’anima i tuoi occhi assenti,
occhi così furiosi, e fastosi, e tristi, e lontani,
occhi di mille anni prima.
Al tuo solito posto, una sedia verde vuota.
E io, assetata d’inferno, arruffata, malfamata, malnutrita,
col mio vestito sfatto del mese prima, i capelli sugli occhi vuoti,
un pugno di cenere nel cuore.
E nessuno sapeva, mio dio, no,
nessuno sapeva del tuo corpo d’ambra diventato lapide e terra.
E io a chiudere i pugni nell’ombra,
io a rotolarmi nel delirio di un bicchiere all’anice,
io a fissare tutti quei visi pacati e sereni e surreali
che sorseggiavano noia e dolcezza,
e io a chiedermi se mai, in qualche sfolgorante mondo parallelo
avrei potuto rivedere la tua anima anche per un solo attimo di pietà siderale.
Ma a che vale? La morte è stupida.
Mai più il tuo petto, amore, il tuo petto di gigli e tamarindi,
mai più le tue mani, le tue mani fragili, audaci, abbandonate al fato,
mai più il tuo abbraccio, il tuo abbraccio di rose calde, aquiloni e mandorle carnali.
Ma usciva la gente, entrava la gente nel caffè,
cadeva la pioggia impassibile,
Parigi correva allegra euforica esausta,
mentre io,
in silenzio d’ombra e assenzio,
morivo
d’amore
e di te.


NICOLETTA SCANO

Opera 7^ classificata

La casa delle bambole


Dipingendo su pareti di cartapesta
I colori delle mie sicurezze
Piantando chiodi nel polistirolo
Delle mie fondamenta
Così aspetto
Che si addormenti il vento
Carta velina
Come un soffio fra le dita
A misura delle stelle
La distanza dai sogni
Una porta di piume
Che lenta e lieve
Nasconde il passato
E lascia il tempo in attesa.
Come un battito d’ali
La paura del dolore
La diffidenza dell’incontrarsi
Così lontani in un vicolo cieco.


CRISTIANO COMELLI

Opera 8^ classificata


Cammini
con lacerante indifferenza
su quelle emozioni timide e soffici
che decisi di darti in dono
per ridestare gli annoiati respiri
della tua vita chiamata abitudine.
Con il sorriso beffardo
di chi ai suoi piedi il mondo prostra
svergogni i miei pensieri
agli occhi dell’universo
e ne fai coriandoli
vanamente sparsi
su una distesa di fiori appassiti.
Non posseggo la forza per maledirti
solo il dolore di un’impotenza
che mi divora le viscere
mai riuscirò a impedire alla tua anima
di condurmi come un’auto impazzita,
verso un’eterna, infrangibile abulia.


FRANCESCA DI CESARE

Opera 9^ classificata

Chiodi e miele


Mi piace inventare favole,
ombre di cose passate
scheletri d’eternità
chiodi e miele come in un canto.


Le mie favole vivono di notte
hanno occhi di gatto – c he sono i miei occhi
e il pallore della luna – che è il mio pallore.
Non hanno motivo né respiro
sono solo qualcosa che mi spinge dentro
e stride contro le mie ossa
come un richiamo di vecchie cicale.


Così il mio sangue si apre
si fa sonno, sogno
e poi voce
come un canto di chiodi e miele.
Così
gli istanti si espandono
la vita diventa oblio
e io sono solo favola.


EGIDIO BELOTTI

Opera 10^ classificata

Anche oggi questo giorno quieto


Anche oggi questo giorno quieto
si allarga lento nell’aria che si
ricolora affacciata agli ultimi cancelli
e pagine di foglie a scorgere
labbra accese sul viso costretto
al pungere dell’aria imbalsamata
di settembre: quasi come nel tempo
tenace e antico della noncuranza
dove le sere tremavano su gonne
adolescenti a sorseggiare assorte
quel fresco antico di vespri
e davanzali, le dita strette a un filo
che le tiene e le discosta inermi,
quasi infastidite al secco
crepitare di frasi d’amore
e di sgomento appese al sottile
sguardo riflesso nel respiro
a consumare voglia e tenerezza,
e intanto blu oltremare all’orizzonte.


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