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Premio Letterario Internazionale Jacques Prévert 2009
XV Edizione

Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio 2010
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

Premiazione – La premiazione si è tenuta sabato 30 gennaio 2010 alle ore 15,30 presso la Sala della Comunità del Teatro San Gaetano in via Olmi, 2 a Melegnano (zona Giardino).

Risultati – La Giuria, presieduta da Massimo Barile per la Narrativa e da Benedetto Di Pietro per la Poesia, ha ultimato la valutazione delle opere pervenute.
Sono state spedite in data 27-04-2009 le comunicazioni agli Autori Premiati.

Risultati

Risultati del XV Premio letterario internazionale “Jacquès Prèvert” 2009

La Commissione esaminatrice della Quindicesima edizione del Premio letterario internazionale “Jacquès Prèvert” 2009, che è stata presieduta da Benedetto Di Pietro per la sezione poesia e da Massimo Barile per la sezione narrativa dopo l’analisi delle numerose raccolte pervenute ha stilato la classifica finale. La premiazione avverrà a Melegnano (Milano) nel mese di gennaio 2010, i vincitori e segnalati verranno avvisati per tempo ed invitati a presenziare.


Classifica Sezione Poesia:

Hanno partecipato 127 autori dei quali 3 si sono classificati dal 1° al 3° posto, dieci sono risultati Segnalati dalla Giuria e cinquantatre sono stati giudicati Finalisti.


  • 3° Classificato: Giuseppe Terranova, Muggiò (MI) con Mosaico lirico


Sono risultati Segnalati dalla Giuria con Attestato di merito e proposte di pubblicare in volume l’opera con l’offerta di avere 50 copie gratuite in caso di pubblicazione con l’editrice Montedit:


Sono inoltre risultati Finalisti e quindi ritenuti meritevoli di pubblicare in volume la propria opera con l’offerta di avere 50 copie gratuite in caso di pubblicazione con l’editrice Montedit:

  • Concetta Aiello, Oglianico (TO) con “L’unico rumore: il mormori del mare…”
  • Giuliana Airoldi, Chiaverano (TO) con “La parola”
  • Stefano Alberini, S. Benedetto Po (MN) “Oscurità”
  • Angela Aprile, Palermo con “Il nostro nido in cielo”
  • Antonio Balia, Mamoiada (NU) con una Silloge senza titolo
  • Patrizia Berlicchi, Roma con “Nessuna stazione”
  • Wilma Bertasi Goito (MN) con “Attraversando il sole della mia terra”
  • Alessandro Borgia, Scandriglia (RI) con una Silloge senza titolo
  • Giulia Borroni Cagelli, Castellanza (VA) con “Breviario d’amore”
  • Giovanna Brancatisano Sciarrone, Reggio Calabria con una Silloge senza titolo
  • Francesca Bravi, Urbino (PU) con una Silloge senza titolo
  • Eleonora Buompane, Romagnano S. (NO) con una Silloge senza titolo
  • Michele Cappetta, La Spezia con una Silloge senza titolo
  • Paolina Carli, Roma con “Mio fiore”
  • Eugenio Cavacciuti, San Giuliano Milanese (MI) con “Sotto una luna in polvere”
  • Nicolò Cinti, Bologna con una Silloge senza titolo
  • Papik Dal Degan, Levanto (SP) con una Silloge senza titolo
  • Anna Maria De Giosa, Bari con una Silloge senza titolo
  • Cinzia Degiovanni, Piasco (CN) con “Passaggi”
  • Maria Grazia Ferraris, Gavirate (VA) con “Di acque e di terra”
  • Silvana Frisanco, Trento con una Silloge senza titolo
  • Stefania Galluccio, Teramo con una Silloge senza titolo
  • Serena Gardini, Sustinente (MN) con “Le arti della vita”
  • Alberto Giovagnini, Filottrano (AN) con una Silloge senza titolo
  • Simonetta Gravina, Roma “I colori della vita”
  • Guido Iannone, Garbagnate Milanese (MI) con una Silloge senza titolo
  • Patrizia Invernizzi Di Giorgio, Padova con “Tra luce e ombra”
  • Arjan Kallco, Villesse (GO) con una Silloge senza titolo
  • Mariateresa La Porta, Venafro (IS) con “Tra i miei respiri”
  • Donato Lotito, Torino con “Goccia dopo Goccia”
  • Francesco Luppi, Bologna con una Silloge senza titolo
  • Claudio Malune, Oliena (NU) con “Vivi come sogno nel sonno dei miei occhi”
  • Chris Mao, Ormea (CN) con “Il guardiano del faro”
  • Massimo Martinelli, Capraia e Limite (FI) con “I bossoli dei fratelli James”
  • Nicolò Mazza, Milano con una Silloge senza titolo
  • Elisa Molinari, Trieste con una Silloge senza titolo
  • Mina Montalbano, Sesto Fiorentino (FI) con una Silloge senza titolo
  • Salvatore Montoleone, San Zenone al Lambro (MI) con “Nelle periferiche protesi del reale”
  • Giovanna Morabito, Palmi (RC) con “Ci hanno smazzati come carte – ed ora la partita non puo’ finire”
  • Sarah Petra Moro, Borgofranco di Ivrea (TO) con una Silloge senza titolo
  • Lisa Nicoli, Cremona con “Occhi di luce”
  • Carla Noro, Vicenza con una Silloge senza titolo
  • Gaia Ortino Moreschini, San Donato (FI) con una Silloge senza titolo
  • Marilisa Perin, Mira (VE) con una Silloge senza titolo
  • Antonia Picone, Trento con “Emozioni in tempesta”
  • Antonella Polenta, Roma con “Attraverso la finestra la luna”
  • Sofia Demetrula Rosati, Roma con “...per farti dimenticare Penelope”
  • Antonella Russo, Marano di Napoli (NA) con una Silloge senza titolo
  • Adelaide Scabbio, Jesolo (VE) con una Silloge senza titolo
  • Massimo Seriacopi, Firenze con “Piccole danze”
  • Davis Tagliaferro, Cisterna di Latina (LT) con “Note d’oblio perdute”
  • Giovanni Vanni, Mascali (CT) con una Silloge senza titolo
  • Antonio Zavoli, Rimini (FC) con “La tua figura”


Classifica Sezione Narrativa:

Hanno partecipato 126 autori dei quali uno è risultato vincitore, dieci sono risultati Segnalati dalla Giuria e sessantasette sono stati giudicati Finalisti.



Sono Segnalati dalla Giuria con Attestato di merito e proposte di pubblicare in volume l’opera con l’offerta di avere 50 copie gratuite in caso di pubblicazione con l’editrice Montedit:


Sono inoltre risultati Finalisti e quindi ritenuti meritevoli di pubblicare in volume la propria opera con l’offerta di avere 50 copie gratuite in caso di pubblicazione con l’editrice Montedit:

  • Ida Acerbo Rossi, Milano con una Raccolta di racconti senza titolo
  • Lilia Amadio, Roma con “I nostri compagni di viaggio”
  • Enrica Bergantin, Acqui Terme (AL) con “Amedeo Nezaria, svalvolato a mezz’aria”
  • Nicoletta Berliri, Ariccia (RM) con “Il rumore del mondo”
  • Luigia Bimbi, Pianoro (BO) con una Raccolta di racconti senza titolo
  • Monica Boccia, San Giuseppe Vesuviano (NA) con “Un giorno, un angelo”
  • Sabrina Bordone, Genova con “La casa sulla scogliera”
  • Elena Bresciani Baldi, Forte dei Marmi (LU) con “Il fascino dell’incompiuto”
  • Cinzia Brunetto, Torino con “L’ultimo sogno di Xantia”
  • Giuseppina Cabitza, Iglesias (CA) con una Raccolta di racconti senza titolo
  • Michele Canalini, Pesaro con “Metafisica e no”
  • Arnaldo Caponetti, Firenze con “Come due foglie al vento”
  • Gianpaolo Castellano, Caselle Torinese (TO) con “La pietra ed il mare”
  • Barbara Cervio, Genova con “L’omino pigna”
  • Maria Francesca Cherubini, Perugia con “Ero e Leandro”
  • Alba Coglitore, Palermo con “Due note in musica”
  • Isabella Coluzzi, Roma con “A proposito di donne”
  • Andreina Corso, Venezia con “Il cielo dei passeri neri”
  • Linda Cuffaro, Cernobbio (CO) con “Feticista di anime”
  • Alessandro Cuppini, Bergamo con “L’uomo dalle ciglia intrecciate”
  • Gabriella Dell’Orto, Carnate (MI) con “La storia di Dick”
  • Antonio Dipinto e Maurizia Zanetti, Lentate S/Seveso (MI) con “L’amore in linea”
  • Patrizia Emilitri Ruspa, Vedano Olona (VA) con “Donne dalla A alla Z”
  • Gualtiero Finocchi, Genova con “Eroi imperfetti – Una vacanza pericolosa2”
  • Gualtiero Finocchi, Genova con “Eroi imperfetti 2 – Missione in Australia”
  • Paolo Fiore, Fondi (LT) con “Quando riuscirai a fermarti”
  • Michele Fiorenza, Castellamare del Golfo (TP) con “Un amore imperfetto”
  • Carmine Gaeta, Atripalda (AV) con “Capo Pact”
  • Francesco Galeota, San Romano (PI) con “La croce di catenacci”
  • Giancarlo Gennaro, Chieri (TO) “La magia di Gentilborgo”
  • Anna Giamporcaro, Messina con “Cervello in fuga”
  • Wolfango Horn, San Giovanni in Persiceto (BO) con “Racconti dal Medioevo bolognese”
  • Natalia Kozlova, Pistoia con “Il mistero del castello”
  • Antonio Maldera, Milano con “L’eccezione – Anime allo specchio”
  • Gerardo Manfellotti, Volla (NA) con “Silenzi – Sogno d’una conversione violenta”
  • Riccardo Mariotti, Pesaro con “Sulle ali della cicogna”
  • Tiziana Mariotto, Ferrara con “Voce fuori campo – Schegge di un anno di vita”
  • Massimo Franco Maso, Dolo (VE) con “Il posto migliore”
  • Pierfrancesco Matarazzo, Roma con “Il corpo”
  • Maria Minardi, Bari con “Mareanera”
  • Elisa Molinari, Trieste con “Immortality”
  • Franca Monticello, Montecchio Precalcino (VI) con “Grandi avventure per piccole creature”
  • Laura Moretto, Rottanova (VE) con “Lago d’argento”
  • Milly Nale, Manciano (GR) con “Briciole di mondo”
  • Lisa Nicoli, Cremona con “In viaggio – Favola per grandi ovvero un simposio moderno”
  • Maurizio Paganelli, Mercato Saraceno (FC) con una Raccolta di racconti senza titolo
  • Angelo Passera, Graffignana (LO) con “Nel mondo dei fiori”
  • Francesca Podestà, Genova con “Le favole di Francesca”
  • Carmelo Polese, Alghero (SS) con “Il tempo delle pere”
  • Vincenzo Punzo, Portici (NA) con “Viaggi mentali”
  • Francesca Ranellucci, Padova con “Racconti per quattro stagioni”
  • Luca Repola, S. Fermo della Battaglia (CO) con “Italian Gangster”
  • Enrico Rigamonti, Annone di Brianza (LC) con “La tenacia dell’onestà”
  • Virginia Rizzo, Mariano Comense (CO) con “L’albero spettinato e altre storie”
  • Roberta Sartarelli, Frattocchie (RM) con “Okeb vuole volare”
  • Daniela Servidati, Cerro al Lambro (MI) con “Il male antico”
  • Massimiliano Sonsogno, Gambolò (PV) con “Racconti scontati”
  • Carlo Soriani, Salerano Sul Lambro (LO) con “I sogni di Carlo”
  • Vito Tamboja, Bruino (TO) con “Il filo di lana”
  • Gustav Thorn, Roma con “Racconti paurosi”
  • Paola Treglia, Trento con “Io, donna senz’anima…”
  • Nicoletta Urso, Piazza Armerina (EN) con una Raccolta di racconti senza titolo
  • Roberto Vaccari, Modena con “Introduzione al libro dei morti”
  • Anna Ventura Massignan, Bovisio Masciago (MI) con “Il volo più in alto”
  • Giovanni Vergineo, Benevento con “Metro, anzi metrò”
  • Assunta Daniela Zini, Roma con “Il mio ultimo pensiero sarà per il re”
  • Giuseppina Zupi, Roma con “Gran Finale”
Opere vincitrici

Concorso J. Prevert 2009 – Motivazioni sull’attribuzione dei Premi della Giuria Sezione Poesia

  • Motivazione Primo Premio a Franca Canapini per l’opera “Stagioni”: «Al ricordo dell’età dell’infanzia, in cui «Quasi niente era nostro / tranne la libertà di giocare con il tempo» (Miei cari), fa contrappeso l’incipit della raccolta in cui la poetessa si sente libera dopo aver eliminato tutti i ricordi che la incatenavano a luoghi, persone e situazioni del passato. Così può spaziare dalle origini dell’uomo, «avere / migliaia di anni ed abitare / una capanna di fronde con al centro un focolare» (Archetipi) e sentirsi libera, ma “sradicata” e scatenata, padrona della sua vita. La solitudine è vista con benevolenza se permette di immergersi nella natura ad ascoltarne le sue voci, che sono diverse dalle voci umane, anzi a tale scopo il distacco dalla gente è necessario. Esiste però una paradossale contrapposizione tra le «cornacchie svolazzanti / su case di miseria» (Cornacchie) ,che volano libere sui tetti, e la gente che si chiude a chiave nelle case per sentirsi libera. L’incomunicabilità della gente è stigmatizzata al punto da considerare un marito come se fosse una semplice statua «con in mano soltanto / delle rose di campo» e la metafora di un’auto vecchia che viene abbandonata e sostituita con una nuova, bene raffigura la situazione drammatica di chi viene abbandonato inesorabilmente per essere sostituito da altra presenza più giovane. La peggiore età della vita è terza età che con una metafora la poetessa identifica con l’autunno, quando una rosa ancora fiorita non riesce più ad attirare «l’ape che arranca / sulle foglie sciupate [...] aspettano estenuate / la gelata della fine» (Fuori stagione). V’è un continuo richiamo alla natura (“fiori di finocchio”, “campi di pastinache”, “prati di erba medica”, “festuca pallida”, i gerani, il pino e il cipresso, più volte citati) e non mancano i riferimenti al mondo fiabesco con le sue dame e cavalieri, “principi azzurri e principesse addormentate». La raccolta chiude con la poesia “La bambina che piange” che è anche un sommario della poetica della Canapini, in cui enuncia che la sua vita ora consiste nel godere le bellezze della natura e nella ricerca della parola perduta «nelle innumerevoli parole / che tessono relazioni», ma che in fondo al cuore – e questa è una chiusura circolare ed inaspettata con quanto la poetessa ci ha detto nell’incipit della raccolta – c’è ancora la bambina di una volta. È questa bambina che emerge costantemente in tutte le sue liriche ed è l’emblema stesso della poesia». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Secondo Premio a Dimitry Rufolo per l’opera “Senza titolo”: «Con una sottile vena di ironia, Rufolo propone poesie, a volte con funzione celebrativa, nelle quali riversa temi di carattere universale. L’utilizzo di referenti come il sole, la luna, le stelle, i lampioni, fanno la poesia di Rufolo luminosa. Non mancano gli attacchi di carattere sociale come nella lirica “Brillanti” nella quale con poche pennellate ci pone di fronte alla situazione del nostra attuale realtà politica e culturale “ che ci fa [sperare che] la pulizia e l’ordine siano precostituiti [...] Quello che ogni notte / ci rimbocca le coperte dicendoci che in fondo / va bene così...” Nel nostro mondo in cui tutto è deciso dagli altri e ci viene posto davanti con veemenza dai mass-media, il poeta rivendica il diritto al ricordo “sono un profugo della terra dell’affetto / sono un prodigo del ricordo / ed ho imbracciato le armi / per difendere il diritto a ricordare” (Dilemma), anche se nei versi che seguono sostiene di aver imbracciato le armi per difendersi dal ricordo. Ma sappiamo che una cosa è il diritto morale a conservare la memoria del passato, mentre altra cosa è il non voler ricordare fatti dolorosi che possono aver afflitto ognuno di noi. È vero che il sogno è fuori dalla realtà e “Vorremmo dormire senza sognare / perchè i sogni fanno male / e non ci danno niente in cambio / ma è così bello sognare” (Buonanotte). Per il poeta, la differenza tra realtà ed illusione dipende solo dal valore che attribuiamo loro. Questo nostro mondo, nella sua fisicità e con tutto ciò che esso include, la sicurezza è solo un’illusione, perché come una bolla di sapone su cui si riflette l’immagine di chi la guarda, alla fine scoppia e non resta nulla di sé e di ciò che viene riflesso sulla sua superficie. Ci troviamo di fronte ad una poesia ossimorica, basata sulla contraddizione, sull’affermazione di un principio e nel contempo della sua negazione, che in altri termini è il concetto dialettico in cui la lotta tra bene e male è l’origine stessa della vita; basti notare i titoli delle liriche “Dilemma”, “Double-face”. Il dubbio è una costante: “Infiniti dubbi, / infinite risposte, / infinito.” (Infinitesimale). Purtroppo, all’uomo che guarda lontano, sfuggono le bellezze che gli sono vicine». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Terzo Premio a Giuseppe Terranova per l’oepra “Mosaico lirico”: «Questa raccolta del poeta Terranova si presenta con un linguaggio aulico ed uno stile molto controllato, con diversi riferimenti alla classicità: Medea, Narciso, Pizia. La spersonalizzazione dell’uomo moderno è stigmatizzata nel verso “Questo ed altro c’è nella mia lirica erranza, proteiforme e indefinita” (Non so) e questa sua affermazione diventa anche il proclama della sua poetica. Il futuro della vita di ognuno è ignoto ed il ricordo deve essere considerato la metamorfosi della vita stessa “per non soccombere / agli artigli del rimorso” (Novella Pizia). Il rimpianto dell’infanzia siciliana “prima del mare delle nebbie [padane] [...] Vibra ancora oggi il ricordo” (Scampolo d’infanzia). Sull’argomento ritorna in “Medea”, dove l’effetto della diaspora si manifesta come nostalgia: “fiorisce la mia angoscia / in questa nicchia senza amore [...] Tutto perso ormai, / ma non il rimpianto” (Medea). Qui le parole messe in bocca a Medea sono applicabili al poeta stesso e a chi come lui ha dovuto lasciare la propria terra per altri lidi. L’imperativo della vita moderna è “devi!” (il “must” degli inglesi) fare questo o quello; tutto ci è imposto dall’alto e ci rende “stranieri a noi stessi”. Riuscire a svincolarsi da tale obbligo è grande fortuna, ma non è cosa facile e “Senza Assoluto, ormai, / anche noi, a volte, / ci aggrappiamo all’ultimo strillone” (Neri corvi). La protesta contro gli imbonitori della televisione è esplicita: prima attacca il potere e chi si fa suo servitore e poi i conduttori dei programmi televisivi “Ciarlatani catodici / e profeti di sventura / le brame di bambole di stagione / animano” (Scavata è l’anima). Il poeta è un uomo libero in tutti i sensi e la poesia è anche protesta contro i soprusi e le ingiustizie, cosa che ha dato sempre fastidio ai potenti». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Michele Bonatti per l’opera “Senza titolo”: «L’atto creativo è una prerogativa di Dio, ma anche del poeta, ed entrambi creano per mezzo della parola. La vita dell’uomo moderno è problematica perchè è assediata da tutte le informazioni che gli piovono addosso. Però anche vivere in uno stato primordiale non avrebbe senso. È una buona regola vivere come meglio si può e questo è il messaggio della poetica di Bonatti: “non c’è rimedio / al male della conoscenza [NdR. fu il peccato di Adamo ed Eva] / siamo liberi e saggi, / non rinunciamo al dolore / che fa parte di noi, ma non buttiamo / nemmeno la gioia dell’essere qui e ora; / questo siamo, infine, e di questo è il futuro.” (Non questa, ma un’altra vita). La ricerca “dell’essenza” è una costante: il poeta la ritrova e così la enuncia “Nel momento in cui non voglio esistere, io sono più che mai” (Nel momento in cui). È la stessa conclusione alla quale era arrivato Sant’Anselmo nel Monologion, a proposito dell’esistenza di Dio. Il narcisismo che caratterizza ogni artista è noto ed è proprio la paura di “non essere”, di poter essere dimenticato, a renderlo infelice. Questo concetto porta Bonatti a definire la poesia sinonimo della paura: “se per esistere occorrono occhi altrui / che fissino come a un chiodo la coscienza, / mi chiedo se poesia è specchio di paura.” (Amica, se riuscissi ad un lettore, dire). Noi non possiamo escludere che la poesia significhi anche questo, perchè essendo la più schietta espressione dei sentimenti umani, tra questi c’è anche la paura, che però è quasi sempre anche sinonimo di salvezza». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Vincenzo Elefante per l’opera “La donna delle maree”: «Questa silloge poetica di Elefante oscilla tra il ricordo del suo vissuto e la proiezione di una vita ultraterrena. Si evince un ottimismo caratteristico di chi è ben radicato nelle suo credo religioso: “balliamo che la vita è una canzone, / e l’amore l’eterno ritornello, / mentre la morte è il sale degli amanti” (Balla con me). La presenza spirituale della donna amata, ora vista come angelo, e il ricordo del tempo trascorso insieme, orienta tutte le poesie della raccolta. Il tempo è visto come manifestazione fisica, come sabbia di una clessidra, accessoria al concetto di eternità. Il passato non muore, ma si compenetra nel presente. Questo concetto riconduce ad un passo dei Vangeli “Quello che voi piangete, non è morto!.. / Non è così lontano, / come pensate voi.” (Passato). Il poeta stigmatizza il percorso temporale di ogni sua poesia, apponendovi la data e l’ora di composizione, quasi a voler lasciare in questo nostro tempo anonimo, un segno del suo passaggio. Questo è l’irrinunciabile desiderio di ogni artista, ma è pure il necessario elemento che caratterizza la poesia di ogni tempo che deve rispecchiare il vissuto del poeta e del suo tempo. Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Maurizio Alberto Molinari per l’opera “CO2”: «Molinari affida alla sua raccolta un tema caro ai futuristi, il dinamismo, la cui assenza diventa staticità che porta alla putrefazione, il cui prodotto è appunto l’anidride carbonica (CO2), come il poeta ci prospetta già nel titolo. A tale staticità appartiene anche il vivere entro le mura di una casa, di una città, di un luogo. È necessario pertanto evadere dall’ambiente in cui si vive normalmente, per intraprendere viaggi e “seguire virtute e canoscenza”. La datazione di tutte le poesie della raccolta denota un interesse dell’autore a voler ricordare un viaggio continuo fatto con fermate in luoghi diversi, in date precise. Lo scandire del tempo è annunciato in “Kithira”, dove il poeta dichiara di avere la necessità di agire, di viaggiare, perchè in caso contrario il suo tempo si ferma. Il mondo è paragonato ad una palla di vetro entro la quale è situato l’uomo che non riesce a comunicare con l’esterno ed è costretto a subire l’assedio dei messaggi che gli vengono lanciati dai mass media, senza che gli sia concessa la possibilità di evitarli. La storia è connotata dalle azioni degli uomini e il nostro tempo è in mano a uomini ai quali il poeta accosta solo connotazioni negative che vanificano il concetto stesso di storia e di uomini: “nullo è il mio tempo / senza / esseri umani” (Anno 1991). Nonostante la tristezza del mondo sia definita “sorella”, con la quale l’uomo ha un vincolo di sangue, quindi impossibile rimuoverla, il vivere quotidiano è accettabile perchè esiste il ricordo del mondo dell’infanzia in cui il tempo, a differenza di quello attuale, veniva scandito dal volgere delle stagioni, dai colori e ritmi della natura». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Gerarda Pascarella per l’opera “RimeDio”: «Sul filo di una poesia intimista, la Pascarella ci propone temi che restano sempre nuovi. Il tempo fugge inesorabilmente senza tenere conto dei problemi dell’uomo che, sospinto ora da un “vento siderale” ora da un vento caldo, è costretto a rifugiarsi nel ricordo del passato. L’amore per le persone amate non può essere disgiunto dall’amore per i luoghi in cui si è vissuto. Visitare da adulti i luoghi dell’infanzia significa rivivere momenti del passato, sentire gli odori, veder affiorare i colori e le persone che ormai non ci sono più. Il risultato è un rimpianto che diventa melancholia, quasi un’invocazione, un desiderio di “uno scirocco che ci risospingesse indietro / sulla scia di tante decisioni omesse” (Campo d’asfodeli). Per la poetessa il tempo misurato dalla storia non ha soluzione di continuità: “Dal passato intatto scenario rimandato / al presente” (La luna), e con una contrazione temporale, che solo il mondo della fantasia ci può permettere, la vita dell’uomo passato e quello presente sono un tutt’uno. Con un linguaggio molto controllato, in cui poco spazio è lasciato al superfluo, l’autrice si avvale di versi a metro libero, facendo uso della rima ed a volte del sonetto, e raggiunge un buon livello espressivo». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Vito Luciano Rattoballi per l’opera “Profumo e sale: «La lontananza dagli affetti e dai luoghi dell’infanzia genera in ogni individuo un senso di perdita che affiora continuamente dalla memoria condizionandone spesso le ulteriori scelte di vita. I poeti hanno sempre cantato la propria terra e il distacco da essa, ma anche i suoi cambiamenti inevitabili nel tempo, che danno origine al rimpianto per un Eden perduto. Questo condizionamento è sentito da Rattoballi che ponderosamente canta la sua Sicilia, attuale e quella del passato, dichiarandone la sua incapacità di allontanarsene. L’inquinamento dell’isola lo porta a rivendicarne le condizioni del passato ed a fargli esclamare che con queste previsioni di futuro non vi sarà un futuro e ne richiede utopisticamente la restituzione dei suoi “cieli, i soli e le lune / il vento, le acque / i mari / i sogni” (Cenni di un grido XXI secolo). La Sicilia lascia poco spazio ad altri luoghi in cui poter vivere, perchè è stata lo scenario in cui si sono mossi tutti gli affetti del poeta, ed è alla base della sua poesia che diviene celebrativa e fortemente interiorizzata». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Gabriella Rosa per l’opera “Il rumore dei pensieri”: «Il destino e la continua perdita dei valori morali sono due elementi che condizionano la vita dell’uomo. L’accettazione da parte sua dei disegni del destino è la condizione per poter un vivere sereno. Ma se perde di vista gli ideali di amore e di solidarietà, l’uomo non riconosce più il suo simile e ne consegue che non deve aspettarsi nulla “da chi ti cammina accanto”, perchè il risultato sarà l’isolamento e “quando arriverai in fondo alla tua strada [...] non avrai niente da stringere a te, d’amare.” (Destini). Il richiamo del passato è necessario per poter vivere il presente. Dal passato viene il ricordo, ma anche gli insegnamenti e la certezza di non sentirsi soli. L’amicizia è un sentimento necessario, perchè l’amico lo “ritrovi alla porta del cuore / quando intorno il tuo mondo sprofonda e non sente.” (L’amico). La solitudine deve essere esorcizzata dalla presenza della natura (vita, luce, colore) con tutte le sue manifestazioni di gioia e di dolore, ed è in essa che ogni volta dobbiamo cercare la forza per riprendere il cammino». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Nunzia Alessandra Schilirò per l’opera “Senza titolo”: «Il percorso poetico della Schilirò va da una iniziale visione nichilista della vita fino alla redenzione attraverso la forza dell’amore e della speranza. La follia è la metafora stessa della vita e il riso ne è l’espressione esteriore: “Ridere è dichiarare la propria follia, [...] Nella follia vive amore, divina mania” (poesia n. 25). La vita prosegue in eterno “attraversando ogni dimensione” (28). La poesia è vissuta come salvezza e si identifica col sogno: “Devi correre sempre / per oltrepassare le stelle / mirando dritto i sogni / per non spegnerti, lottando contro finti titani” (5). La stessa cifra salvifica è attribuita all’amore: “Senza amare torniamo sempre / inutili al punto di partenza” (18) e la vita stessa diventa “una poesia che si tocca”. La virtù della speranza è un cardine su cui deve essere incernierata la vita di ognuno, con l’ammonimento che bisogna annullare se stessi nell’amore e nella sincerità, perchè le apparenze nascondono l’anima: “Questo è il solitario gioco di chi rincorre speranza: desiderare di non essere / piuttosto che, essendo, / non avere sostanza” (12); e vi ritorna ancora sostenendo che il saper attendere premia “La pazienza / regala luce, se non perdi la speranza”(4). Con pennellate in cui spesso si evince la ricercata presenza di allitterazioni, la poesia della Schilirò diventa portatrice di messaggi universali indirizzati all’uomo del nostro tempo, per una presa di coscienza del nobile fine della pace». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Sarah Stefanutti per l’opera “Paole attraverso l’Europa”: «Già nel titolo della raccolta e scorrendo i vari titoli delle liriche, che ne riassumono le necessità e le motivazioni, la poetessa Stefanutti ci rende partecipi di un viaggio poetico attraverso le città europee, trapuntato di riferimenti alla sua Toscana. Un percorso tra i colori e sapori e i linguaggi, ma anche un viaggio nella memoria e nel vissuto esistenziale dell’autrice. Sono diversi gli spunti introspettivi. La solitudine è vista come elemento che obbliga alla riflessione “per raccogliere / i mille volti / in mille luoghi [...] per ritrovare vecchi echi dimenticati [...] fermarmi per capire / per guardarsi attorno / per guardarsi dentro” (Sola a Vigliano). L’affermazione di sentirsi, all’inizio della raccolta, “imbrigliata in quell’unico vestito stretto / nella forma di figlia” (Ai genitori), è smentita dal lungo titolo di una delle ultime poesie “A casa: se potessi saltare dentro questo cielo appeso sopra la collina, forse ci salirei dai cipressi neri”, dove si evince l’irrinunciabile desiderio–soddisfazione dei sensi, di tutti i sensi, che ne deriva dal ritorno nella terra d’origine. Con un andamento ritmico ben controllato, le poesie della Stefanutti ci presentano fatti concreti in una luce surreale». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Stefano Tonelli per l’opera “Tra tenebre e bagliori”: «L’incipit della raccolta è un autoritratto. Non capita tutti i giorni di imbattersi in una dichiarazione di appartenenza come questa di Tonelli: “io ho imparato da autodidatta / ad attendere il buono e il cattivo con tenace forza [...] con viso spesso solcato dal pianto ma senza disfatta” (Autoritratto). Da sola questa poesia vale tutta la raccolta, perchè racchiude in sé il messaggio chiave dell’esistenza umana, di ciò che è richiesto all’uomo per poter continuare con successo nella lotta che lo impegna ogni giorno. La monotonia del lavoro, la ripetitività delle azioni quotidiane, sono una catena di montaggio che porta all’alienazione ed il poeta s’interroga: “potrei dire di essere vivo? / di vivere per qualcosa? / di esistere alla vita?” (Esistere); ma il dubbio sistematico, come vuole Cartesio, è anche la certezza dell’esistenza. E proprio “il tempo che trasvola nei doveri” ed “una serie infinita di esami”, alla fine diventano “un porto sicuro / cui approdare un’esistenza smarrita” (Desideri). “La vita è un male necessario” che conduce a morte certa e per sopravvivere si rende necessaria “la malinconia” che accompagna il ricordo del passato. La scoperta della fede fa ritrovare un Dio che prima non c’era a causa della poca sensibilità dell’occhio fisico del poeta, il quale alla fine comprende che tutto deve essere osservato con l’occhio della mente e così la luce si rivela come “rada oscurità [...] e le tenebre illusioni di oscuro abbagliamento”. Tra filosofia e ordine pratico, la poesia di Tonelli si propone come modulo paradigmatico per affrontare in maniera consapevole le problematiche di ogni giorno». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Veronica Valenti per l’opera “Istantanee”: «Per quanto possa sembrare strano, la ricerca continua di un amore ha per movente il fatto che non lo si trovi facilmente. Questo è in breve l’assunto della Valenti. Per trasposizione dobbiamo dire che continuano ad esistere minoranze etniche e religioni particolari, proprio per il fatto che esse siano sottoposte a continue ricerche e che ogni tanto si trovi qualcosa di nuovo. Infatti, se venisse scoperto tutto, si finirebbe per abbandonarli e sarebbero destinati all’oblio. Secondo la poetessa, se ci capita di amare chi è diverso da noi, trova la sua spiegazione nel fatto che quel diverso è già in noi e quindi similia similibus curantur. Le poesie rivelano una presa di coscienza da parte dell’autrice che, analizzando il momento attuale, ne deriva un forte pessimismo in base al quale tutto diventa apparente e falso e che pertanto dovrebbe evitare di scrivere poesie: il suo “stato d’animo del momento [...] porterebbe a lasciare in bianco questa pagina” (Il contemporaneo tra ricordo e sogno). La Valenti sostiene che il presente, fatto di autostima ed autodeterminazione false, la fanno sentire piccola come un monosillabo, come un brevissimo “se” presente in un periodo ipotetico scorretto; eppure, per quanto piccolo, è proprio questo ‘se’ che determina il periodo ipotetico stesso. Nel nostro presente le uniche certezze sono quelle del passato: “Il passato si sovrappone al mio presente” (Attesa) ed è questa la condizione che ci permette di affrontare il presente, ma anche il futuro, e di sognare. Bisogna dire con Calderon che “la vita è sogno”, e per converso possiamo dire che senza i sogni non esisterebbe neanche la vita. E questa è anche una verità, almeno per la vita del pensiero libero». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert


Concorso J. Prevert 2009 – Motivazioni sul’attribuzione dei Premi della Giuria Sezione Narrativa

  • Motivazione del primo premio assoluto a Maurizio Luglio per l’opera “Giobbe non vede”: «Il protagonista del romanzo di Maurizio Luglio, è un uomo di quasi cinquant’anni, un manager che viaggia spesso e, proprio in uno di questi viaggi, a Santiago de Compostela, incontra un misterioso personaggio che gli consegna un cannocchiale. Tutto ciò solo grazie alle sue continue e lunghe ricerche dopo aver dedicato anni di indagini per riuscire a capire come entrare in possesso di quell’oggetto che ha una strana particolarità legata ad un’antica storia: “reca male al suo possessore”. Tutto pare illogico: chi mai vorrebbe un cannocchiale che ha la proprietà di fare del male a colui che lo possiede quando è evidente che nessuno lo dovrebbe volere? Il protagonista utilizzerà gli strumenti in suo possesso e la sua visione razionale per cercare le risposte ma, nella sua vita e nel suo percorso, Dio non c‘è, la fede è assente perchè lui è convinto che tutto è nelle sue mani. Maurizio Luglio racconta, con mano sapiente, una storia originale, densa di profonde riflessioni, tra ragione allo stato puro ed eventi misteriosi, in una rivelazione simbolica che va oltre la sofferenza dell’esistere fino a perdersi nel senso di solitudine dell’uomo moderno. Un romanzo dal sapore fantastico eppure strettamente legato alla realtà, dalle atmosfere criptiche eppure fortemente disvelatore, disseminato dalla continua ricerca di risposte in un mondo dove è diventato inutile porsi domande. Maurizio Luglio riporta l’oggetto misterioso, il cannocchiale tanto desiderato, alla sua dimensione reale e pone a sigillo del suo romanzo l’ultima inevitabile rivelazione: “Solo quando ci si accosta all’oscuro si percepisce tutta la solitudine dell’anima”. Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Francesco Crosio per l’opera “Il relitto”: «Nel romanzo “Il relitto”, Francesco Crosio eleva a dominatore della scena Ivan Polasky, l’indiscusso protagonista che si ritrova ad un inesorabile appuntamento con il destino: forse l’unico appuntamento al quale non poteva mancare. La ricerca di un luogo dell’anima, l’abbandono d’ogni contatto esterno, l’eliminazione delle gravose responsabilità legate alla realtà, si accompagnano alla condizione di un uomo che si muove senza più stimoli né richieste. Il desiderio di solitudine dopo la perdita della figlia non è mai una “fuga dalla vita” quanto una consapevolezza nel considerare il destino come unico “vero” responsabile di ogni cosa. Francesco Crosio offre una complessa costruzione narrativa e riporta, in modo efficace e vibrante, le continue riflessioni interiori che dissolvono il velo delle apparenze fino alla ricerca del “senso ultimo” della vita». Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Antonio De Santanna per l’opera “Il riflesso della luna sull’acqua”: «Il romanzo di Antonio De Santanna si impernia sulla vicenda d’un uomo lavora in un giornale di provincia, conduce una vita normale e, nonostante la meditazione buddista, la sua sofferenza non trova una via d’uscita così come la sua paura di essere vulberabile. Antonio De Santanna tocca le profondità dell’animo, ne esalta le fragilità e viviseziona i frammenti esistenziali con l’intento di far comprendere ciò che è veramente fondamentale nella vita». Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Antonio Di Carlo per l’opera “Cercavamo l’occhio di mare”: «Un romanzo affascinante che riconduce al “difficile mestiere di crescere”, ripercorrendo il periodo dell’infanzia, le atmosfere dei luoghi amati, le figure di personaggi che assumono una veste evocativa. Ne emerge l’estrema dolcezza e raffinatezza nel descrivere un mondo che pare lontano ma era solo “ieri”. Antonio Di Carlo dimostra una invidiabile sensibilità nel raccontare e raccontarsi: Nel suo romanzo tutto assume la “valenza del sogno” come lo stesso Autore ci ricorda». Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Graziella Gavioli per l’opera “Un uomo ridicolo (Il potere trasformatore della notte)”: «Graziella Gavioli costruisce il suo romanzo sulla figura d’un uomo solitario, scorbutico e scontento, che nel tempo limitato di una notte, affronta le contraddizioni esistenziali che ha lasciato in sospeso fino ad allora. Il protagonista, nel suo personale specchio dell’anima, vede l’immagine di un uomo ridicolo che ha dissolto la sua dignità nel trascorrere dei giorni. Ne emergerà la funzione salvifica dell’arte. Il romanzo di Graziella Gavioli è ricco di suggestioni e infinite sfumature, raccontate con una scrittura limpida». Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Bruno Longanesi per l’opera -“La nostalgia del racconto”: «Il ricordo del passato come seme da preservare in una corposa raccolta di racconti pervasa da illuminazioni e originali spunti creativi. Bruno Longanesi rivisita il recupero memoriale con una voce narrante autentica e sincera». Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Francesco Menghini per l’opera “Ultima estrusca Veio”: «Una fedele e complessa ricostruzione del mondo degli Etruschi nonché della specifica storia della confederazione delle dodici città dell’Etruria. Francesco Menghini racconta le vicende dell’ultima Veio, una volta la città più ricca e potente. Opera storica d’un affabulante narratore capace di cogliere i dettagli più profondi della civiltà etrusca dimostrando dettagliata e precisa conoscenza, notevole studio e immensa passione». Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Eleonora Paoletti per l’opera “Quello che resta”: «Eleonora Paoletti ha il profondo senso della narrazione. Un grande dono come quello di cesellare la sua scrittura sull’incessante ricerca d’una prospettiva che possa affascinare il lettore». Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Giuseppe Perrotta per l’opera “Una settimana sul fiume”: «Un uomo, alla soglia dei sessant’anni, decide di fare una settimana di crociera sul fiume Rodano. Proprio lui che non aveva mai dedicato tempo per confrontarsi con il mondo esterno così assorbito dal lavoro che lo aveva tenuto al riparo dai problemi esistenziali. Un viaggio alla ricerca di se stesso, della sua autentica essenza di uomo. Giuseppe Perrotta trasporta in un profondo scandaglio, in una lenta distillazione degli stati d’animo, delle riflessioni e della miscela di illuminazioni del protagonista». Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Francesca Tucci per l’opera “L’ombra di Lucifero”: «Una costante presa d’atto dell’esistenza del sottile filo che tiene legati alla vita, dell’amgoscia e dell’imponderabile sotto il peso dell’esistenza che tiene incatenati ad una visione che sarà completamente diversa dopo aver scoperto la verità. Il protagonista del romanzo non può lontanamente immaginare che sua moglie è una esperta crittografa, capace di creare documenti in codice come agente governativo: dopo anni di matrimonio si rende conto che sua moglie è una spia. Francesca Tucci propone un romanzo accattivante e miscelato su perfetti equilibri narrativi. La sua scrittura si alimenta dei molteplici disvelamenti che si alternano nel complesso gioco d’una trama avvincente e, per un certo verso, “luciferina”». Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


  • Motivazione Segnalazione a Angelo Vetturini per l’opera “Aurora Consurgens”: «Angelo Vetturini, da perfetto autore fabulatore, crea un romanzo raffinato, ricco di idee e riferimenti. Una nuova opera che esalta la sua scrittura minuziosa, capace di illuminare “le verità” estrapolandole dal mistero». Massimo Barile Presidente del Premio Narrativa Jacques Prèvert


L'Albo d'Oro:
Premio Letterario Internazionale Jacques Prévert 2024 XXX Edizione
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