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Premio Letterario Internazionale Jacques Prévert 2018
XXIV Edizione

Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio 2019
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

La scadenza prevista del 30-12-2017 è stata prorogata al 15-01-2018

  • La Giuria rende noti i risultati in data 22-06-2018
  • Comunichiamo, con grande rincrescimento, che l’Autore risultato vincitore della sezione narrativa, ci ha comunicato la sua totale rinuncia all’attribuzione del premio.

È stata inviata agli Autori premiati comunicazione in merito.

Cliccando qui è possibile scaricare la Comunicazione sullo svolgimento dell’Open Day del Club degli autori:

Cliccando qui è possibile scaricare le indicazioni utili agli Autori per raggiungere la nostra sede

Risultati

Risultati XXIV Edizione Premio Letterario Internazionale Jacques Prévert 2018


La Giuria della Sezione Poesia, presieduta da Olivia Trioschi, dopo attenta valutazione delle opere pervenute, rende nota la seguente graduatoria:

  • Opera 1^ classificata «D’uomini, alberi e dei» di Andrea Schiavon, Ponte San Nicolò (Padova).
    Questa la motivazione della giuria: «Un suggerimento: cominciate a leggere questa raccolta da Transumanza. Vi troverete nello spazio limpido e pulito delle poesie di Andrea Schiavon, e vi accorgerete che parlano il linguaggio arcano e familiare del simbolo, che per sua natura rifugge dalla piena comprensione perché la sua verità è inesauribile. Il tempo, per esempio: che cos’è? qual è il senso della teoria incessante di giorni che scandisce le nostre vite? In Transumanza, queste domande corrono sul filo di una passerella sospesa nel vuoto, si specchiano nello sguardo stupito di mansuete pecore, disegnano il volto inflessibile di un pastore che pare scolpito nella pietra della necessità. Il tempo smette di essere un astratto enigma, o magari un pensiero ozioso, e diventa esperienza concreta e solida, veicolata dai sensi con cui percepiamo lo sperdimento del vuoto, l’inevitabilità della marcia cieca, lo spazio minimo su cui poggia questo giorno, che è già quasi andato via.
    Con la stessa nettezza con cui rappresenta il tempo, Andrea Schiavon disegna con colori di smalto una geografia privata che riduce all’osso l’autobiografismo, azzera le sbavature sentimentali e si misura anche con il senso del divenire storico: a Vienna come a Ekaterinburg, a Venezia come a Inverness, l’autore ascolta la voce della pietra o quella di una ragazza del Nord, avvertendo che entrambe sono espressione dell’unico grande fiume in cui i destini individuali confluiscono e si fanno dapprima storia e poi poesia, se si porgono occhi e orecchie oltre la superficie muta delle cose.
    In questa geografia personale prevalgono le tinte del Nord e dell’Est, confini con un altrove remoto e presente, e si affacciano scenari naturali colti attraverso piccoli segni, con una soluzione stilistica in originale equilibrio tra descrittivismo e impressionismo: dell’uno vi sono alcune vedute d’insieme, dell’altro le atmosfere, ma il risultato vira verso la pittura metafisica.
    E metafisica è, nell’insieme, la cifra stilistica di questa raccolta: non una poesia immediata, dunque, ma verticale come la vetta che a noi umani tocca scalare prima della meta». Olivia Trioschi
    Vince: Targa Jacques Prévert – Pubblicazione dell’opera in volume edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 100 copie all’Autore – Attestato.
  • Opera 2^ classificata «Le donne distese» di Natalia Brandani, Arese (Milano).
    Questa la motivazione della giuria: «Quel che colpisce della raccolta di Natalia Brandani è l’urgenza – l’emergenza, quasi – della voce, che contrasta singolarmente con la brevità delle poesie. Da un lato, infatti, ci troviamo di fronte poesie di pochi, pochissimi versi, spesso brevi a loro volta; dall’altro lato, la densità dell’espressione, la violenza di certe scelte lessicali, la singolarità delle immagini danno a queste poesie la forza icastica della sentenza inappellabile. Tema centrale della raccolta è con tutta evidenza e fin dall’inizio il riscatto, ovvero la conquista di una libertà forse negata, o forse non ancora conosciuta. Ne consegue, e non potrebbe essere diversamente, la scelta di parlare “in voce propria”, spesso rivolgendosi a un “tu” che talvolta è antagonista, talaltra diventa complice o mentore, ma in ogni caso è sempre, oltre che interlocutore privilegiato, specchio di sé. Benché fortemente intrise di soggettivismo, queste sono poesie da cui il lettore non esce indenne, tanto forte è la loro spinta a traboccare fuori dalla pagina, trasformandosi in grido: potrà forse disorientare l’uso liberissimo del linguaggio, incluso quello gergale; e magari potranno creare una punta di disagio lo stridore dei suoni e le metafore impietose; ma certamente, se è vero che non vi sono territori proibiti per la poesia, qui ne vediamo un esempio vitale e coraggioso». Olivia Trioschi.
    Vince: Pubblicazione dell’opera in volume edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 50 copie all’Autore – Attestato.
  • Opera 3^ classificata «Petali» di Fabiola Bucci, Giuliano Teatino (Chieti).
    Questa la motivazione della giuria: «Sono semplici e addirittura minime le occasioni da cui Fabiola Bucci trae i suoi versi: che sono, va detto subito, gioiosamente – e si potrebbe dire anarchicamente – irregolari e liberissimi, e tuttavia non privi di singolare ritmo sincopato, che si interrompe e cambia direzione a ogni fine verso, rispondendo forse solo al battito del cuore o all’emergere subitaneo di un accostamento irriverente, qualche volta bizzarro e qualche altra volta inaudito. La semplicità con cui nascono queste poesie ha qualcosa di simile al naïf, ma qui l’ingenuità non è fanciullesca: è, piuttosto, sguardo neutro che toglie la polvere dalla banalità e la restituisce nella forma di una piccola ed emblematica odissea quotidiana, una navigazione a vista nella modernità assurda che può essere raccontata solo mantenendosi in equilibrio tra ironia e amarezza». Olivia TrioschiVince: Pubblicazione dell’opera in volume edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 50 copie all’Autore – Attestato.
  • Opera Segnalata dalla Giuria «La grazia, la bellezza» di Patrizia Berlicchi, Roma.
    Questa la motivazione della giuria: «Intimista e delicata, la poesia di Patrizia Berlicchi torna a disegnare – anche graficamente – lievi arabeschi di parole liquide e armoniose che sanno dire anche il dolore senza fare male, velandolo di dolce pena. Ma più ancora sanno dire la grazia e la bellezza con la rivoluzione gentile della poesia. E’ come se sulle cose si stendesse un velo sottile che ne smussa le asprezze, facendo invece intravedere in controluce la potenzialità: “crescono i gigli / sulla carne che mi tocchi”, più che una metafora, è una sorta di preghiera laica, un’invocazione alla forza contagiosa di una bellezza che è vita piena e pulita da rancori, sguardo lucido e commosso, ringraziamento per ogni istante che proprio nel limite trova la sua preziosa irripetibilità. La resa poetica è affidata a versi brevi, di un’eleganza classica e spontanea al tempo stesso, costruita su sonorità diffuse che percorrono le liriche come acqua corrente, o come la risacca del mare che lambisce le coste sussurrando il richiamo della Ninna nanna in mare aperto: “Venite insieme / tu e la notte / venite in sogno / di soppiatto / a confidarmi nuove rotte”». Olivia Trioschi
  • Opera Segnalata dalla Giuria «L’azzardo dei fiori» di Clara Bianchi, Firenze.
    Questa la motivazione della giuria: «Se si dovesse paragonare questa raccolta a un giardino, sarebbe certamente un’oasi lussureggiante e generosa, ricca di viottoli e sentieri disegnati da un giardiniere benevolo che in sé ha anche la vocazione del cercatore inquieto, e perciò ha a cuore non tanto la perfezione del disegno finito quanto la suggestione del percorso: ed è per questo che i versi sono ampi, quasi fluviali, smaglianti di colori vivissimi, popolati di ali, sussurri, lucidi riflessi d’acqua, bagliori e frange di sole che scompongono fantasmagorie di nuvole, in un tripudio sensoriale che canta la gioia della vita, a dispetto del fango dell’esistenza». Olivia Trioschi
  • Opera Segnalata dalla Giuria «Poesie nuove» di Egidio Longhi, Sondrio.
    Questa la motivazione della giuria: «Poesie in forma di diario, quasi un taccuino poetico: è questa la forma scelta da Egidio Longhi per parlare d’amore con l’emozione e il tremore di chi ne riscopre ogni giorno l’incanto senza tempo. L’autore percepisce l’amore come mistero, anzi il mistero fondamentale dell’esistenza, impossibile da descrivere se non con un linguaggio figurato che aggancia l’amore stesso all’infinità del cosmo e allo sfavillare delle stelle che esultano nel benedire gli amanti. A un sentimento così, scrive Longhi, ci si può solo abbandonare con fiducia, come un giunco che dolcemente si flette nella corrente, minima e docile fibra di un’armonia più vasta e segreta che proprio nell’amore trova forse l’unica manifestazione di cui i mortali possono fare esperienza». Olivia Trioschi
  • Opera Segnalata dalla Giuria Silloge senza titolo di Valentina Martini, Genova.
    Questa la motivazione della giuria: «Se la fata Morgana vivesse oggi e scrivesse poesie, forse sarebbero come queste, seducenti e segrete, profumate di terra verde e vino sacro, scavate nelle grotte, intrise di una femminilità antica e lontana anni luce dagli stereotipi correnti. Qui la donna è carne, e i figli carne della sua carne, e la linea della discendenza matrilineare, e la femminilità stessa un mistero di cui si acquisisce consapevolezza a poco a poco, mai pienamente, sempre con stupore, talvolta con sgomento. L’amore, qui, è denso e corposo, respinge le etichette e si dichiara come eros primigenio, sconvolgente e creatore; la morte, sorella gemella e antagonista, si affaccia crudele, rivendicando lo scandalo della sua esistenza con un ghigno e uno sberleffo; e infine la modernità – computer e tram, social e open-space – ringhia la sua inconsistenza di fronte al canto di una sirena e alla profondità del bosco». Olivia Trioschi
  • Opera Segnalata dalla Giuria «La luce oltre il sipario» di Giovanna Scutiero, Angri (Salerno).
    Questa la motivazione della giuria: «La voce poetica di questa raccolta si muove in un mondo restituito alla sua essenza: fuoco e terra, aria e acqua nei quali l’anima si muove nuda, rinunciando alle consolazioni a portata di mano offerte dalla quotidianità. E’ un’anima che ostinatamente pone domande, sussurra e grida per non soccombere alla mancanza di senso, e rivendica il dolore con fierezza, come segno di una ricerca infaticabile che non accetta sconti perché la posta in gioco è la più alta che possiamo immaginare: intuire la luce di una verità più profonda oltre il sipario dell’esistenza». Olivia Trioschi

Alle opere Segnalate dalla Giuria vengono offerte vantaggiose proposte di pubblicazione con l’assegnazione di copie in omaggio, in caso di pubblicazione in volume con la casa editrice Montedit e Attestato di merito.


La Giuria della Sezione Narrativa, presieduta da Massimo Barile dopo attenta valutazione delle opere pervenute, rende nota la seguente graduatoria:

  • Opera 1^ classificata: Comunichiamo, con grande rincrescimento, che l’Autore risultato vincitore della sezione narrativa, ci ha comunicato la sua totale rinuncia all’attribuzione del premio.
  • Opera Segnalata dalla Giuria «La notte, il ponte e l’alba» di Matteo Bona, Asti.
    Questa la motivazione della giuria: «Matteo Bona offre alcuni racconti che mettono in risalto le contraddizioni del vivere e le sofferte condizioni esistenziali, riuscendo sempre ad essere efficace nel “raccontare” le sue storie, seppur di generi diversi tra loro, e mantenendo costantemente fede all’intenzione narrativa
    Simbolico risulta il racconto tragico e doloroso dove domina la figura di una donna che non si accorge di “amare troppo” il marito, che non merita l’immenso amore della moglie: la morte sarà il sigillo ad un racconto che si muove tra gelosia e volontà di possesso, tra amore e follia.
    Matteo Bona riesce ad essere penetrante nell’indagine del disagio esistenziale, nelle profonde riflessioni e nell’immersione nel senso di solitudine e di abbandono, grazie ad una scrittura che risulta essere sempre credibile ed originale». Massimo Barile
  • Opera Segnalata dalla Giuria «Donna, donna, dimmi» (racconti brevi) di Isabella Coluzzi, Roma.
    Questa la motivazione della giuria: «Isabella Coluzzi propone una raccolta di racconti relativi a vicende esistenziali, sempre giocati sul filo di una profonda umanità e pervasi di una sensibilità che l’Autrice custodisce nel suo cuore.
    Tale capacità ci scandagliare anche le più labili percezioni dell’animo si espande in ogni storia narrata e si alimenta della stessa “passione” della scrittrice.
    La Parola di Isabella Coluzzi illumina l’esigenza di una ricerca interiore ed il desiderio di porre, in primo piano, il significato profondo dell’amore e della vita stessa: simbolicamente resi con le figure di una figlia che ritrova l’amore del padre gravemente malato; la gioia di una madre che rivede il figlio dopo lungo tempo e l’immensa felicità di una giovane coppia che trova un neonato abbandonato vicino ad un bosco, un meraviglioso “dono” d’amore». Massimo Barile
  • Opera Segnalata dalla Giuria «Puzzle’s – I casi del detective Molina» di Giovanni Macrì, Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).
    Questa la motivazione della giuria: «Giovanni Macrì dimostra estrema bravura nel “raccontare”, in modo preciso ed essenziale, senza appesantimenti ed inutili orpelli, le cinque indagini del detective della polizia, Cristopher Molina, miscelando nella narrazione riferimenti sempre attenti e dettagliati, perfetti per i canoni del romanzo giallo poliziesco.
    Giovanni Macrì, tra omicidi e colpi di scena, non dimentica di inserire varie invenzioni narrative e alcuni passaggi dal tono ironico.
    La scrittura di Giovanni Macrì, sempre fluida e coinvolgente, riesce ad appassionare il lettore alle indagini del “suo” detective Molina». Massimo Barile
  • Opera Segnalata dalla Giuria «Il diario di Angelica» di Rosalba Magistro, Roma.
    Questa la motivazione della giuria: «Rosalba Magistro, con il romanzo “Il diario di Angelica”, dimostra di possedere grande passione per la scrittura, sempre accompagnata dal forte desiderio di illuminare le esperienze della vita, le emozioni e gli stati d’animo che segnano e contraddistinguono la condizione familiare della protagonista Angelica, che ne diventa simbolo letterario.
    Il diario racconta appunto la vita della famiglia di Angelica e, dopo il recupero memoriale e sorprendenti vicende, punta lo sguardo sul difficile rapporto tra la madre Adelaide ed il nonno Vincent, fino alla “riappacificazione nell’amore”.
    Desidero sottolineare l’estrema attenzione nella scrittura, la precisione nella narrazione e la cura nella strutturazione del libro, che alimentano ed esaltano la qualità letteraria di Rosalba Magistro.
    In definitiva, si tratta di un romanzo romantico, che ci ricorda l’importanza della “fantasia” nella nostra vita e quanto sia fondamentale “vedere le cose oltre l’apparenza”, oltre a catapultare in un’atmosfera narrativa pervasa di profonda sensibilità ed umanità, che regala un finale struggente». Massimo Barile
  • Opera Segnalata dalla Giuria «La ragazza del valzer e altre storie» di Vittorio Martucci, Napoli.
    Questa la motivazione della giuria: «Vittorio Martucci, con la raccolta di racconti “La ragazza del valzer e altre storie”, mette in luce la grande capacità di fissare gli stati d’animo dei personaggi nelle varie narrazioni, che inserisce in perfette ambientazioni ed atmosfere evocative.
    La scrittura risulta sempre efficace nel rendere le intenzioni narrative e viene alimentata dalla spiccata creatività nel ricercare storie che risultino coinvolgenti e profondamente connotate da forte sensibilità, tra le quali domina lo struggente racconto “La ragazza del valzer”.
    Il recupero memoriale della triste storia di Minna e di suo padre, famoso violoncellista che vede finire la sua carriera a causa di una malattia alle mani, s’intreccia con la vicenda di Friedrich, un professore di filologia, che decide di scrivere il diario sulla “dolce stagione della sua vita”, illuminata dall’incontro con la giovane violoncellista Minna e dalla nascita d’un amore profondo, purtroppo destinato a finire presto perché la ragazza è gravemente malata.
    Il dono dello spartito del famoso valzer nr° 2, composto dal padre di Minna, sarà il simbolo del loro amore, capace di superare lo spazio ed il tempo.
    Vittorio Martucci, inoltre, dimostra la sua poliedricità narrativa grazie anche ad alcuni racconti che presentano un tono ironico e divertente». Massimo Barile
  • Opera Segnalata dalla Giuria «L’Ora di Pace» di Piera Rampino, Bressanone (Bolzano).
    Questa la motivazione della giuria: «Piera Rampino propone un romanzo decisamente giocato sulla linea di confine che divide la dimensione reale, a volte, esilarante e persino strabiliante, dalla dimensione surreale che, altre volte, pare fissare la vicenda narrativa in una sospensione atemporale ed onirica.
    Emergono le atmosfere ovattate e soffuse, le immagini enigmatiche e sognanti, magistralmente create ad arte, per offrire fedeli fotografie dei vari personaggi che si susseguono nella mirabolante narrazione.
    L’ironica e divertente galleria dei personaggi si miscela e, al contempo, alimenta la fantasmagorica rappresentazione del simbolico teatro della vita, preso a pretesto, grazie alla capacità di Piera Rampino, di scandagliare gli stati d’animo e le riflessioni più ardite del protagonista Ottavio Bozzetto, un uomo che soffre d’insonnia e, già da molti anni, si sente un uomo stanco: tale è la “condizione del suo corpo e del suo spirito” perché, per lui, “la stanchezza derivava dal semplice fatto di essere nato, un evento tragico al quale seguiva la vita faticosa”.
    La vicenda nasce con uno strano appuntamento richiesto un medico che il protagonista è sicuro di non conoscere ed è anche certo di non conoscere nemmeno il motivo della visita: la situazione nella “virtuale” sala d’attesa del medico offrirà una serie di divertenti dialoghi ed esilaranti disguidi, fraintendimenti, invenzioni e discorsi paradossali che vedranno come attori la predetta galleria di personaggi, fino alla illuminazione salvifica del “risveglio”.
    Piera Rampino regala un saggio della sua scrittura, capace di “raccontare” l’impossibile e di addentrarsi in una dimensione surreale, sempre mantenendo un tono narrativo tra la rappresentazione ironica della vita reale e la propensione ad addentrarsi in una dimensione surreale». Massimo Barile
  • Opera Segnalata dalla Giuria «Storie fantastiche di gente comune» di Stefano Valente, Latina.
    Questa la motivazione della giuria: «Stefano Valente propone le storie di tre “persone comuni” che hanno compiuto scelte importanti, cambiando le loro vite e, nelle narrazioni, assurgono al ruolo di simbolici “eroi moderni”.
    I racconti narrano le vicende del gesto eroico di un militare dell’Aeronautica; la battaglia di una farmacista per salvaguardare la salute dei cittadini, in relazione ad un farmaco che provoca numerosi casi di tumore e, infine, il riscatto di un avvocato che s’impegna per far trionfare la giustizia.
    Stefano Valente alimenta i racconti con la volontà di scandagliare l’animo umano per ricercare le “verità” della vita e riscoprire la profonda umanità dei personaggi narrativi: l’intenzione di riuscire a generare emozioni con la sua scrittura viene conseguita nel miglior modo possibile». Massimo Barile


Alle opere Segnalate dalla Giuria vengono offerte vantaggiose proposte di pubblicazione con l’assegnazione di copie in omaggio, in caso di pubblicazione in volume con la casa editrice Montedit e Attestato di merito.


Alle opere meritevoli verranno sottoposte proposte di pubblicazione con l’offerta di avere da 15 a 30 copie gratuite, in caso di pubblicazione in volume con la casa editrice Montedit.


La cerimonia di premiazione è avvenuta in occasione dell’Open Day del Club degli autori Sabato 23 febbraio 2019. Cliccando qui è possibile visionare le fotografie:

È stata inviata agli Autori premiati comunicazione in merito.

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