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Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2019
XXIII Edizione

Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre 2020
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

La data di scadenza prevista del 30-01-2019 è stata prorogata al 15-02-2019

Antologia del Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2019 pedita dal 07-12-2019 al 20-12-2019 – Spedite in data 09-10-2019 le bozze dell’antologia – Inviata in data 15-03-2019 comunicazione di ammissione all’antologia alle opere meritevoli di inserimento.

  • La Giuria rende nota la graduatoria finale in data 29-05-2019.

  • Sabato 7 marzo 2020 si svolgerà l’Open Day del Club degli autori: Incontro con consegna dei Premi agli autori vincitori dei concorsi letterari indetti nel 2019.

È stata inviata agli Autori premiati comunicazione in merito. Cliccando qui è possibile scaricare la Comunicazione sullo svolgimento dell’Open Day del Club degli autori:

Cliccando qui è possibile scaricare le indicazioni utili agli Autori per raggiungere la nostra sede


Comunicato importante relativo all’Open Day del Club degli autori

A causa dei recenti avvenimenti in relazione all’emergenza epidemiologica di Coronavirus, e in ottemperanza all’Ordinanza del Ministero della Salute e della Regione Lombardia del 23 febbraio 2020, che prevede la sospensione di tutti gli eventi anche di carattere culturale e la chiusura di musei e altri luoghi di cultura. Comunichiamo con la presente che ad oggi, lunedì 24 febbraio 2020, non siamo in grado di confermare l’Open Day del Club degli autori fissato per Sabato 7 marzo 2020.
Restiamo in attesa delle direttive che verranno emanate da domenica 1° marzo, e lunedì 2 marzo confermeremo o annulleremo l’incontro inviando comunicazione in merito a mezzo email a tutti i partecipanti che hanno confermato la propria presenza
Certi della comprensione di tutti i premiati, con grande rincrescimento auspichiamo ottimisticamente in un miglioramente dell’attuale situazione e preghiamo i premiati di attendere notizie in merito lunedì prossimo.

Risultati

Risultati XXIII Edizione Premio Letterario Internazionale Il Club dei Poeti 2019


La Giuria della ventitreesima edizione del Premio Il Club dei Poeti 2019, presieduta da Massimo Barile, rende nota la seguente classifica finale:


  • Opera 1^ classificata: “Ti ho aspettato” di Lucia Lo Bianco, Palermo (PA).
    Vince: Targa Il Club dei Poeti – Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia e su Internet club.it
    Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Lucia Lobianco si plasma sul senso dell’amore, percepito e sentito, vissuto e sofferto, che s’incarna nel “sapore amaro/del desiderio del cuore”.
    La reiterazione di tale volontà diventa simbolo d’una necessità vitale che non ha mai perso vigore, mai si è spenta.
    L’attesa nelle “notti insonni” diventa vertigine immane, fino a logorare “corpo e mente”, a perdersi nei palpiti del cuore, quasi a diluirsi nello stesso flusso del sangue, tra desideri e speranze.
    Il ritmo è incalzante e penetrante, come a seguire il movimento dell’anima, costantemente proteso ad un lento dissolvimento nella stessa dimensione dell’attesa». Massimo Barile
  • Opera 2^ classificata: “Il sogno” di Paolo Russo, Piove Di Sacco (PD).
    Vince: Pubblicazione di un Libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia e su Internet club.it
    Questa la motivazione della Giuria: «La percezione dell’esistenza viene catapultata nella visione del poeta che pare “inghiottito” dal silenzio della notte, come impotente davanti al labirinto di parole e immagini della vita che lo assediano nell’inesorabile trascorrere dei giorni.
    La sensazione d’un inabissamento nel vuoto, testimone che subisce il “giudizio severo”, viene completamente ribaltata nella parte finale della lirica quando s’illumina la visione salvifica, dove si assiste al recupero del sogno perché “nessuno può uccidere l’animo vero”.». Massimo Barile
  • Opera 3^ classificata: “Mareggiate” di Valentino Izzo, Bruxelles (Belgio).
    Vince: Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’Autore – Pubblicazione della Poesia sull’Antologia della Sezione Poesia e su Internetclub.it
    Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Valentino Izzo propone una visione emozionale davanti alla forza degli elementi della Natura, in un susseguirsi di immagini che rendono, in modo fedele, le intenzioni del poeta.
    Il vento caldo di libeccio, il rimbombo delle onde, il sale che cicatrizza le ferite della vita, la spuma avvolge i pensieri che “rifluiscono” in una simbolica risacca dell’esistere: il fragore della vita si eclissa in una dimensione sconosciuta ed il poeta ritrova se stesso, si plasma nella “pace bianca”, in un lento dissolvimento nel mondo naturale, che diventa oasi dell’anima.». Massimo Barile


  • Opera 4^ classificata: “Dietro la barricata” di Sergio Baldeschi, Montecerboli (PI).
    Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Sergio Baldeschi percepisce la condizione dell’Uomo come prigioniero del suo vivere, assediato dalle dinamiche dell’esistenza, stravolto nel suo pensiero e disperso nel precipitare dei giorni d’una vita che è il simbolo della “parabola di perdente”, che deve fare i conti con “l’ennesimo rito della fabbrica”.
    L’Uomo è preda della “clessidra” che fa scendere la sua sabbia, in modo inesorabile e incontrastabile, catapultando nella vertigine immane, nel nulla che “incombe”, tra delusione e smarrimento, in una lenta dispersione nel calice stesso della vita.
    La fuga dal “travaglio” diventa redenzione, atto salvifico che cerca nel “sogno” l’ultima possibilità di una metamorfosi, che sarà solo l’ennesima illusione perché il “nemico”, inesorabile, attende “dietro la barricata”.». Massimo Barile
  • Opera 5^ classificata: “Rendimi la grazia del nulla” di Dario Marelli, Seregno (MB).
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella lirica di Dario Marelli domina la dimensione di un’attesa che supera la condizione umana, come a catapultare in un luogo che sia oltre la terrena vita, fino a “coltivare le ragioni del silenzio”, che diventa stasi ed immobilità, simbolicamente resa con i versi “dove porta/questa folle abitudine di esistere,/questo arrendersi alle ore sempre uguali”.
    La sua Parola decodifica la realtà, viviseziona le intime ragioni d’una perdita sentimentale, scava nelle tracce lasciate dopo la “fuga”, alimenta la presenza sia pur di un labile “sussurro”, fino a decretare l’inutile permanenza di un’anima nelle voraci “ombre” dell’esistenza.». Massimo Barile
  • Opera 6^ classificata: “Il tempo di morire” di Alessio Baroffio, Rescaldina (MI).
    Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Alessio Baroffio vive dello sguardo del poeta che si “aggrappa alle nuvole”, testimone del suo sangue che scorre sulle dinamiche esistenziali, capace di custodire “frammenti di memoria” e di superare il velo della nostalgia.
    La consapevolezza di dover resistere agli urti della vita, e “spingere il cuore oltre ogni paura”, diventano sostanza lirica per affrontare “le lusinghe della morte”.». Massimo Barile
  • Opera 7^ classificata: “Come Ulisse” di Giuseppe D’Agrusa, Palermo (PA).
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella lirica, Giuseppe D’Agrusa, come novello Ulisse, vaga alla ricerca della “sua” Itaca, incarnata nel luogo dove i sogni della gioventù lo videro “eroe e sognatore”.
    Attraverso un avventuroso viaggio lirico s’insidia nelle pieghe dell’esistere, nel dolce approdo del luogo della memoria, ricordando il canto di immancabili sirene e le inevitabili lotte contro gli “inganni della vita”.
    Le metamorfosi del proprio essere non valsero a nulla, perché solo il ricordo dell’amore ricevuto “nei momenti difficili della vita” potrà illuminare la sua anima.». Massimo Barile
  • Opera 8^ classificata: “Fuggire il tempo” di Emilia Fragomeni, Genova (GE).
    Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Emilia Fragomeni mette in primo piano la “precarietà del cuore umano” e la sua visione deflagra in un’apoteosi di immagini, miscela lirica di dolcezze, incanti, luminose percezioni e sensazioni offerte dal magico cosmo che è la dimensione dell’esistere.
    Il mistero non può essere svelato, le risposte del cuore vivono nel silenzio delle ombre dell’esistenza e la ricerca non può disvelare la meraviglia della vita, perché “fuggire il tempo” è solo “l’ultima finzione”: ecco la consapevolezza e la presa d’atto finale del “fragile” cammino umano.». Massimo Barile
  • Opera 9^ classificata: “Sublime” di Carmine Perlingieri, Benevento (BN).
    Questa la motivazione della Giuria: «Il sublime sentimento scatena le visioni d’una poesia che incarna il ricordo d’un amore, tra “carezze fuori orario” e attese, riflessi d’una presenza e sofferte assenze.
    Nella mente vivono ancora i pensieri di quel tempo, il “profumo voluttuoso” e le “emozioni naufragate” nel mare dell’esistere, nell’universo delle percezioni che rappresentavano la ricerca delle risposte a quel sentimento che s’è perduto nel tempo ed ora viene reso in modo perfetto da Carmine Perlingieri.». Massimo Barile
  • Opera 10^ classificata: “Lo specchio” di Luigi Bernardi, Teolo (PD).
    Questa la motivazione della Giuria: «Nel riflesso dello specchio cercare “la trama che sveli il segreto”, oltre il proprio corpo, oltrepassando la materialità delle occasioni della vita, in una lenta dispersione nella dimensione che s’incarna nella “ragion dell’esistere”.
    La costante ricerca del “senso del verso”, da parte di Luigi Bernardi, diventa indagine del senso della vita, del significato più autentico da assegnare al nostro cammino, tra fenditure della memoria e immagini lontane, proiezioni della mente e pensieri che s’infrangono sullo stesso specchio, nella costante affannosa ricerca della verità: ma la verità, come sa bene il poeta, non è mai “una” sola, perché la vita offre “molte” verità.». Massimo Barile




Dal quarto al decimo vincono: Attestato – Buono valido per avere 30 copie in omaggio in caso di pubblicazione di un proprio libro con la casa editrice Montedit – Pubblicazione della poesia sull’Antologia del Premio Sezione Poesia e su Internet club.it




Sabato 7 marzo 2020 si svolgerà l’Open Day del Club degli autori: Incontro con consegna dei Premi agli autori vincitori dei concorsi letterari indetti nel 2019.
È stata inviata agli Autori premiati comunicazione in merito. Cliccando qui è possibile scaricare la Comunicazione sullo svolgimento dell’Open Day del Club degli autori:

Cliccando qui è possibile scaricare le indicazioni utili agli Autori per raggiungere la nostra sede


Opere vincitrici



Lucia Lobianco


Opera 1^ classificata


Ti ho aspettato


Ti ho aspettato a lungo
nelle notti insonni,
soffio leggero sulla pelle,
alito caldo profumato di rose
e ho atteso quel sapore amaro
del desiderio del cuore.


Ti ho aspettato a lungo
col cuore leggero di speranza
viva e mai spenta,
certezza dei miei giovani anni,
energia della mente.


Ti ho aspettato a lungo
onda del mare senza riposo,
ritmo costante di vita,
necessario movimento dell’anima.


Ti ho aspettato invano
e ho accolto una forma non voluta,
battito d’ali non richiesto,
occhi di colore senza cielo.


Ti ho aspettato a lungo
fino a stancare corpo e mente,
fino a recidere i legami dell’anima
vene senza sangue,
foglie senza linfa.


Ti ho aspettato infine
senza più aspettare,
ho cantato senza cantare,
seguito il sentiero indicato
senza fine.




Paolo Russo


Opera 2^ classificata


Il sogno


Chiudo gli occhi, a tarda sera
fino al silenzio della notte
quando inghiottito dalla luce del buio,
mi ritrovo inerme
dentro un intreccio di immagini e parole,
celate dal chiasso del giorno.
Cosa mai ho vissuto? Che ora angosciato
muoio, senza perdere la vita,
cadendo in un vuoto di derisione e rifiuto.
Sfiderò questo fiume costretto da argini diurni
e tra morse di giudizi severi
e come un ruscello abbraccerò la mia sorgente.
Aprendo gli occhi, ora comprendo
che nessuno può uccidere l’animo vero.
Varcata la porta andrò fuori straripando
di quell’acqua sincera che ogni notte
i sogni vanno portando.




Valentino Izzo


Opera 3^ classificata



Mareggiate


Un caldo vento di libeccio
Prende a schiaffi il paesaggio invernale.


Le narici avide di iodio
Ingoiano ogni spruzzo.


Un dolce rimbombo
Ovatta ogni altro suono,
Mentre il sale
Asciuga le ferite e addolcisce il cuore.


Apro gli occhi
Ed è tutto un inseguirsi di bianco:
Spuma dietro spuma
Nuvola dietro nuvola.


Pensieri vuoti, uno dopo l’altro,
Rifluiscono nella risacca.


E non c’è più violenza negli elementi
Non più frastuono
Solo una pace bianca.




Sergio Baldeschi


Opera 4^ classificata


Dietro la barricata


Uno sbuffo di sole.
apre il sipario all’alba,
mentre il suono della sveglia
implode nel suo grido criminale.
I vestiti, laccati di blu,
cercano la mia voglia,
quasi fossero la nemesi
di un connubio incestuoso.
Volo le scale, ghigliottino il pensiero
e m’incolonno dentro un galleggiar di luci
con l’auto che a memoria di ruota
ricama i soliti filamenti di catrame,
L’ansia di un nuovo nulla incombe,
ma non posso sottrarmi
all’ennesimo rito della fabbrica,
Coniato nel precipizio delle ore,
svanisco tra le nebbie
di un averno squallido e insulso,
commissionando al cielo,
la mia esangue parabola di perdente.
Nelle melme della clessidra
vertigine e smarrimento,
calcano il gioco delle parti,
fino a quando un sole sfatto,
annega nell’oppio del suo stesso calice,
È allora che fuggo dal travaglio,
per redimermi dall’asperità
di uno spleen, trincerato nell’anima.
Sulla soglia del divenire,
scuoto le ali di cenere
mentre i sogni già cavalcano
l’illusione che m’acclama.
Ma poi, il solito brusco risveglio,
col nemico in prima linea
che inesorabile m’attende,
sempre là… dietro la barricata.




Dario Marelli


Opera 5^ classificata


Rendimi la grazia del nulla


Rendimi la grazia del nulla
da riempire piano piano, con pazienza,
l’arte di aspettare al proprio posto
e coltivare le ragioni del silenzio.


Mi sono chiesto spesso dove porta
questa folle abitudine di esistere,
questo arrendersi alle ore sempre uguali
nella sfibrante attesa di un incendio.


Ho decifrato lapidi di azzurro
nella luce abbacinante dei tuoi occhi,
non ne ho riconosciuto la voce,
eppure un giorno io ti appartenevo.


È rimasto il segno della fuga,
l’ingombrante presenza di un sussurro,
la tua anima sgualcita
appesa al buio in fondo al corridoio.




Alessio Baroffio


Opera 6^ classificata


Il tempo di morire


Resto in piedi.
Aggrappato alle nuvole
con gli occhi sbarrati
che osservano il mio sangue
dipingere il muro della chiesa.
Scorre la pur breve vita
davanti a uniformi grigie,
scappano frammenti di memoria
sospinti da una brezza leggera
di rimpianti e nostalgia.
La mano stringe ancora
il mio crocifisso rosso,
mentre non comprendo
come il sole ruffiano
possa arrendersi al buio.
Ma resto in piedi.
Affronto preparato
le lusinghe della morte.
Troverà un sorriso
a cavalcare il mio orgoglio.
Come ogni volta
spingerò il cuore oltre ogni paura,
per l’ultima volta
griderò nel vento
che è tempo di morire.




Giuseppe D’Agrusa


Opera 7^ classificata


Come Ulisse


Come Ulisse ho vagato
alla ricerca della mia
Itaca, dove il sé diventi
certezza, e il profumo
di speranza, unito ai sogni,
ricordi coscienze di
una gioventù che fu il
mio regno, dove mi vide
eroe e sognatore.
Avventuroso fu il mio
viaggio imprigionato nelle
maglie del tempo in balia
degli eventi.
Non posi limiti da superare
né mete da raggiungere.
Approdai in isole di ricordi
e di momenti mai vissuti.
Vano fu l’ammaliante canto
di sirene e piacevoli
tentazioni per offuscarmi
le speranze.
Fui Nessuno per sfuggire
agli inganni della vita.
Da mendico mi camuffai,
celando la realtà, perché
forte era il desiderio di
ritrovare quei ricordi con
chi ha tessuto amore in
momenti difficili della
mia vita.




Emilia Fragomeni


Opera 8^ classificata


Fuggire Il Tempo


La vita ha raccolto nel suo grembo
pollini di dolcezze profumati.
Pallidamente il sole ha levigato
– dentro la sobrietà di un’aria pura –
le occulte asperità della sua veste,
coi raggi suoi splendenti e il tenero
sorriso di bambino, che limpido
si fa nell’ora trasparente della sera.
Un’alga di luce su un lembo
d’orizzonte si fa istante di prato,
eco di sole, folata di vento,
promessa di cielo.
Forse era proprio in queste fragili
foglie, verdi come la speranza,
in questi fiori delicati, bianchi
come la purezza, in questo azzurro
di cielo, intenso come l’amore,
i luoghi in cui ho celato i miei
pensieri, quelli che nessun verso
sa veramente rivelare: la fragile
precarietà del cuore umano.
Forse era qui, in questo piccolo
cosmo così brillante e aperto,
nel mistero profondo della terra,
dono e risposta al cuore e alla mente,
l’armonia che cercavo.
Forse era in una voce che tardava
nella sera, nel ritornar del brivido
di un’ombra, stornata dalla chiarezza
della luna, tutta la rappresaglia
del silenzio.
Forse era solo questo l’enigma da
indagare in meraviglia e fede:
il quieto invito a decifrare la nostra
sola realtà, la vita.
Fuggire il tempo è l’ultima finzione.




Carmine Perlingieri


Opera 9^ classificata


Sublime


E giocavi con l’inverno,
i pensieri della neve,
e stringevi nella mano,
come note mai indossate,
le ore nude della sera.
Tra carezze fuori orario,
nascondevi sotto il cielo
di un cuscino,
i colori di un amore,
senza alba nè tramonto,
un sublime sentimento,
un profumo voluttuoso .
Tra le foglie, sotto i rami,
sarò io a guardarti andare via,
a contare quelle attese
di quando mi cercavi,
a fissare quello specchio,
per cercare il tuo riflesso.
E vorrei chiedere al vento,
se tormenta la tua mente
quella briciola d’estate,
quell’istante d’infinito,
di emozioni naufragate,
di un addio mai consumato.




Luigi Bernardi


Opera 10^ classificata


Lo specchio


Riflesso
il mio sguardo
su fredda barriera di specchio
son fermo ed immobile
regista d’un film che testé si proietta
e cerco la trama che sveli il segreto
di là della luce, di là del mio corpo
di là delle cose che seguono immote.


Il senso del verso
la ragion che mi lega
a quel tratto pur sempre distratto
d’un punto dolente che fissa la mente
la ragion dell’esister che mai si dispiega
ed invan si proietta alla stessa maniera.


Ripasso…
con gli occhi l’immagine in copia
dall’alto ed in basso ricerco a memoria
ogni piega del tempo che sa d’una storia


rifletto…
e poi penso a quel detto
che se all’esterno fosse riflesso
l’interno d’ognun
con il suo grido d’adesso
assai pieno d’affanno
come su specchio leggendo il pensiero
quanta gente invidiata
sarebbe alla fine poi sempre guardata
con compassione, con verità
con tanta affezione… con tanta pietà.



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