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Premio Letterario Internazionale Jacques Prévert 2021
XXVII Edizione

Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre 2022
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

La data di scadenza prevista del 30-12-2020 è stata prorogata al 22-01-2021

  • La Giuria rende noti i risultati.
  • Dopo aver fatto le dovute valutazioni dell’attuale situazione sanitaria, a causa dell’incertezza del regolare svolgimento degli eventi organizzati in questo periodo, e non volendo rischiare di organizzare la Cerimonia di Premiazione e poi doverla annullare all’ultimo momento, come già accaduto, abbiamo stabilito di annullarla e di sopperire dando la disponibilità a ricevere personalmente presso la nostra sede gli Autori che hanno piacere e modo di venire, nelle giornate di sabato 5 e sabato 19 marzo a ritirare quanto vinto.
    L’attuale situazione sanitaria fortunatamente sembra sia in netto miglioramento ma persistono ancora diverse problematiche legate ai contagi, alle quarantene, ai contatti stretti, ai Green Pass, etc. che impedirebbero all’evento di godere del giusto clima che consenta di svolgere in piena serenità e con la doverosa condivisione la giornata dedicata alle premiazioni.
    Certi della comprensione di tutti e certi che stiamo per lasciarci finalmente alle spalle questo triste periodo buio, invitiamo i premiati che desiderano ricevere presso il proprio domicilio quanto vinto, a farcene richiesta inviando una email a: premiazione@clubautori.it in maniera da fornire le indicazioni necessarie per effettuare il versamento del contributo alle spese di spedizione.
    
Diamo a tutti appuntamento alla prossima premiazione che organizzeremo nel 2023, premiando i vincitori dei concorsi del 2022.
 Qui trovate tutti i bandi dei Concorsi Letterari in corso: www.concorsiletterari.it/i-concorsi-del-club-degli-autori

    Consegna dei Premi presso la sede de Il Club degli autori a Melegnano (Milano) sabato 18 giugno 2022. È stata inviata comunicazione a mezzo email in data 01-06-2022.

  • Risultati

    La Giuria della Sezione Poesia, presieduta da Monica Colombini, dopo attenta valutazione delle opere pervenute, rende nota la graduatoria finale.

    «In questo tempo sospeso di troppe parole, di parole vuote e dissonanti, troppo spesso discordanti la poesia diventa medicamento quotidiano per la straordinaria capacità di non sprecare il senso e restituire alla parola profondità e significato. La selezione ha premiato l’essenzialità del linguaggio e la capacità di distillare nella scrittura sentimenti eterni e visioni fugaci, di fissare colori, immagini, ricordi come una istatantanea senza giri di parole. Il multiforme declinarsi di amore della raccolta vincitrice “Ritmi d’amore” è la dimostrazione di come nella apparente semplicità delle parole, possa trovare ospitalità il sentimento principe del vivere: l’amore che si trasforma, ms resta energia di vita anche quando diventa sofferenza o consuetudine.Non servono parole rumorose per parlare e scrivere d’amore… è sufficiente una immagine, un colore un ricordo e il sentimento si manifesta al lettore senza barriere. Nelle raccolte «Piccolo Alambicco di parole» e «All’estremo limite della notte» rispettivamente seconda e terza classificata l’uso della parola si va sempre più ulteriormente asciugando per arrivare alla Parola, quella unica che racchiude il senso e lo distilla, aprendo al lettore l’opportunità di abbandonarsi alla scoperta infinita del significato, delle storie e dell emozioni ispiratrici della scrittura poetica che attingono ai grandi temi, ai misteri, ai sogni e alle speranze della vita di noi tutti». Monica Colombini




    Opera 1^ classificata «Ritmi d’amore» di Bruno Coveli, Villalagarina (Trento).
    Vince: Targa Jacques Prévert – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 100 copie all’Autore – Attestato di merito.
    Questa la motivazione della giuria: «Non è facile parlare di amore, di ogni forma di amore perché è sentimento che trascina, fa traboccare, sconvolge. Davvero difficile trovare le parole, precise, semplici, pulite… perché non c‘è scrittura che possa superare la grandezza dell’amore. Le parole preziose e curate di questa raccolta poetica analizzano una sorta di enciclopedia d’amore andando all’essenza… così semplice e così grande allo stesso tempo, questo sentimento che muta di forma… diventa amore di madre, scintilla del destino, consuetudine rassicurante, desiderio naturale, sguardo al futuro, ode all’amata e sfocia in un liberarsi di versi che sgorgano in canzoni. Nessun clamore, belle, delicate ed eleganti parole a raccontare di quel tutto che è amore con verità inconfutabile». Monica Colombini


    Opera 2^ classificata «Piccolo alambicco di parole» di Marco Michele Lanz, Biella.
    Vince: Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 50 copie all’Autore – Attestato.
    Questa la motivazione della giuria: «Nelle parole poetiche introduttive una promessa “parole frutto di esperienza distillate dal silenzio, e trasformate in limpida e profumata sensazione di avere davvero vissuto”. La promessa è mantenuta in tutti i componimenti della silloge. Sono piccoli frammenti del vivere quotidiano dipinti con un personale e sapiente uso delle parole, orchestrate in frasi brevi senza ambiguità che compongono alla fine l’esatta percezione dell’emozione vissuta». Monica Colombini


    Opera 3^ classificata «L’estremo limite della notte» di Antonio De Rosa, Monteforte Irpino (Avellino).
    Vince: Pubblicazione di un Quaderno di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 50 copie all’Autore – Attestato.
    Questa la motivazione della giuria: «Gocce poetiche, quasi aforismi in cui lo sforzo di concentrare il senso, di condensare significato è portato all’estremo. Poche parole di uso quotidiano, domestico, ciascuna delle quali invita il lettore a leggere e rileggere per cercare ancora più dentro, più giù il significato profondo di un paesaggio, del silenzio, della solitudine, del dolore, delle illusioni e della vita che si rivela autentica sopravvivendo ad una tempesta quotidiana di inutili parole». Monica Colombini


    Opera Segnalata «Fisso le stelle con gli occhi» di Fabiola Bucci, Giuliano Teatino (Chieti).
    Questa la motivazione della giuria: «Nel titolo il senso del non distogliere lo sguardo e lasciar cadere sogni e piegare idee. Una scrittura decisa, pulita che restituisce immagini ricche di senso e profondità». Monica Colombini


    Opera Segnalata «I volti dell’assenza» di Emilia Bezzo, Parigi (Francia).
    Questa la motivazione della giuria: «Niente sfugge e rimbomba allo stesso tempo più del vuoto dell’assenza e la parola si arrotola e sconovolge in un caos che è in realtà stile di scrittura poetica personale e sapiente capace di regalare al lettore la chiara percezione di emozioni, ricordi che ruotano attorno all’assenza». Monica Colombini


    Opera Segnalata «Il filo di noi stessi» di Estella Borbone, Torino.
    Questa la motivazione della giuria: C‘è vita in questa scrittura poetica in cui lo sguardo si specchia nella natura e diventa meraviglia o si guarda alle spalle per diventare rimpianto, consapevolezza dell’assenza e del bisogno del tempo presente che è il tempo della vita». Monica Colombini


    Opera Segnalata «Luna» di Gianfranco Malucello, Malo (Vicenza).
    Questa la motivazione della giuria: «Ha tanti cieli la luna e questa presenza discreta ed eterea percorre in una unica semplice parola l’intera raccolta poetica e l’esistenza dell’uomo». Monica Colombini


    Opera Segnalata «Storie di uomini e speranze» di Luciano Giovannini, Roma.
    Questa la motivazione della giuria: «Un bel volo poetico tra mare, terre lontane, conflitti, spaccati di quotidiano che regalano immagini poetiche in bilico tra sogno e speranza». Monica Colombini


    Opera Segnalata «Vita» di Floriana Menozzi, Brescia.
    Questa la motivazione della giuria: «Un uso capace e personale della scrittura poetica che racconta di vita regalando un susseguirsi di visioni poetiche in cui è piacevole riconoscersi». Monica Colombini




    Alle opere Segnalate dalla Giuria vengono offerte vantaggiose proposte di pubblicazione con l’assegnazione di copie in omaggio, in caso di pubblicazione in volume con la casa editrice Montedit e Attestato di merito. Verrà inviata agli Autori premiati comunicazione in merito al successo conseguito, a mezzo email.




    La Giuria ha inoltre selezionato una rosa di opere meritevoli alle quali viene offerto di pubblicare in volume con la casa editrice Montedit e di avere copie in omaggio. Verrà inviata comunicazione agli Autori a mezzo email.




    La Giuria della Sezione Narrativa, presieduta da Massimo Barile dopo attenta valutazione delle opere pervenute, rende nota la seguente graduatoria:


    Opera 1^ classificata «La lacrima sinistra della Virgen Blanca» di Donatella Manzocchi, Montopoli di Sabina (Rieti).
    Vince: Targa Jacques Prévert – Pubblicazione dell’opera vincitrice in volume edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di copie gratuite all’Autore – Attestato di merito.
    Questa la motivazione: «Il romanzo di Donatella Manzocchi è pervaso di un’atmosfera che gioca sulla linea di confine tra il mistero ancestrale e una visione magica che riconduce ad oscure forze ultraterrene.
    Tali atmosfere sono rese in modo impeccabile grazie ad una grande capacità di fissare l’universo emozionale dei protagonisti e di trasmutare, in un continuo alternarsi di suggestioni, la mera e semplice realtà dell’esperienza quotidiana in una dimensione che alimenta le percezioni d’un mondo enigmatico e criptico, costantemente vissuto tra silenzio surreale ed iperpercezione del mondo reale.
    In ogni pagina si avverte un quid di magico ed un senso di ineluttabile mistero primordiale.
    Il protagonista Gianmaria è un medico che studia la sacra medicina antica e, sotto la direttiva del famoso professore Padre Miguel, farà parte di un gruppo di ricercatori, che spaziano dall’antropologia all’ingegneria aerospaziale, denominato “Dream Team”, il famoso “Progetto Cassiopea”.
    Il professore Miguel ha basato la sua vita di scienziato su tale progetto di ricerca che prevede la creazione di un gruppo di persone con capacità eccezionali e che, per doti genetiche e biologiche, riescono a sviluppare parti del cervello ancora inesplorate dalla scienza, con la creazione di ipersensibilità che generano forze potentissime e sfuggono al controllo degli stessi soggetti, oltre al fatto di provocare visioni ed allucinazioni collettive quando superano una determinata soglia di utilizzo cerebrale, proiettando in una “forza oscura” inspiegabile che affligge i membri del Gruppo di ricerca.
    La macabra morte di una ricercatrice appartenente al “Gruppo di lavoro” cambierà le prospettive scientifiche e metterà in crisi la stessa esistenza del Progetto Cassiopea.
    Dopo oltre un decennio vi sarà finalmente il giorno della verità ed il capitano della polizia scientifica svelerà al protagonista ogni segreto e i motivi delle sue sofferte scelte». Massimo Barile




    Opera Segnalata «Era di mio padre» di Corrado Beldì, Milano.
    Questa la motivazione: «Il protagonista è un suonatore di jazz che una sera suona come fosse ipnotizzato. La narrazione riconduce alle atmosfere di Manhattan, al primo disco di Keith Jarrett e all’amore per la musica, al desiderio di raccontare le storie della vita e all’amore per Emily. Corrado Beldì offre una scrittura coinvolgente che riesce ad affascinare con atmosfere soffuse da locale newyorchese, tra musica jazz e cortine fumose, strani incontri e gin tonic, regalando una narrazione originale.


    Opera Segnalata «Raccolta di racconti» di Enrico Cincotti, Molfetta (Bari).
    Questa la motivazione: «Enrico Cincotti propone una raccolta di racconti che presentano una scrittura intensa e fortemente sentita nel profondo dell’animo. Nella narrazione memoriale si evidenzia chiaramente la consapevolezza dell’Autore relativa alla convinzione che gli eventi della vita abbiano un ruolo fondamentale sul nostro percorso esistenziale. Ecco allora che la raccolta di racconti diventa un simbolico percorso esistenziale nel quale le molteplici vicende, tra recupero memoriale ed amare considerazioni, si miscelano con le profonde riflessioni sulla stessa esistenza». Massimo Barile


    Opera Segnalata «Il passo dell’elica» di Ermanno Gelati, Legnano (Milano).
    Questa la motivazione: «La vita riserva sempre situazioni inimmaginabili ed imprevedibili, creando una sorta di groviglio e le vicende dell’esistenza si intrecciano e sovrappongono in un crescendo drammatico che condurrà ad una narrazione vorticosa.
    Il romanzo di Ermanno Gelati è esempio e simbolo di tale considerazione, offrendo una galleria di personaggi che vengono resi in modo perfetto, oltre a regalare una narrazione elettrizzante.
    Il romanzo prende avvio con la morte di Marc in un tragico incidente aereo che, all’inizio, pare causato da un guasto, ma l’amico Bertrand indagherà e scoprirà la verità: a provocare la caduta dell’aereo è stata la manomissione del passo dell’elica e quindi è stato un atto di sabotaggio.
    Purtroppo a bordo dell’aereo con Marc c’era anche la sua amante Christine e la trama logicamente si complica.
    Il romanzo di Ermanno Gelati offre numerosi colpi di scena con un alternarsi di eventi imprevedibili che alimentano una narrazione avvincente». Massimo Barile


    Opera Segnalata «Sogni e ricordi nella memoria del maiale di Perondo» di Rolando Guerriero, Pisa.
    Questa la motivazione: «Durante un congresso internazionale a Budapest, un professore accademico incontra una ragazza e gli pare di riconoscere in lei sua sorella Rossana: rimane sbalordito perché, dopo vent’anni, davanti a lui rivede una ragazza che si chiama anche lei Rossana, con gli stessi lineamenti, identici occhi e persino la stessa voce sensuale e gentile.
    Un’assurda e incredibile somiglianza che condurrà a scoprire alcune verità inaspettate e sorprendenti.
    Il romanzo risulta accattivante e regala un intreccio narrativo che viene lentamente dipanato, dopo aver visto il professore riacquistare la memoria e ritrovare la verità, fino all’esito finale disvelatore». Massimo Barile


    Opera Segnalata «Molina’s investigations» di Giovanni Macrì, Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).
    Questa la motivazione: «Giovanni Macrì offre una nuova raccolta che comprende tre storie investigative e, ancora una volta, grazie al suo ispettore Molina, riesce a regalare racconti accattivanti.
    Il famoso ispettore Molina, della Squadra Omicidi della città di Asheville, si trova alle prese con tre nuovi casi da risolvere, a partire dalla furia omicida dell’assassino, nel racconto “Black Crystal”, che apre la raccolta.
    Le vicende narrate sono, come al solito, coinvolgenti e la scrittura lineare e precisa, seppur con qualche difetto, permette di seguire le trame dei racconti senza inutili appesantimenti, regalando sempre un finale degno di nota». Massimo Barile


    Opera Segnalata «A Taste of Death (Assaggio di morte)» di Daniele Ossola, Ranco (Varese).
    Questa la motivazione: «Nell’Università della Louisiana si stanno svolgendo alcuni convegni, uno di questi è presieduto dal professor Matthew Sean Doherety, che è rivolto agli studenti di neuropsichiatria.
    Le domande del professore sono raggelanti: “Qualcuno di voi ha mai provato una sensazione di morte? Avete mai pensato a cosa si prova prima di morire?”.
    “La morte è inevitabile” e spesso siamo angosciati al pensiero di dover morire: ecco che la narrazione riconduce alla volontà del professore di capire che tipo di dolore prova un individuo e cosa pensa negli istanti che precedono la morte.
    Il professore riuscirà a creare varie tipologie di morte, consistenti in sieri contenuti in provette, e un liquido per il dolce risveglio: gli assistenti cavia dovranno fornire un dettagliato resoconto di quanto hanno provato con le sensazioni di morte percepite durante il trattamento.
    Ma il destino si abbatte sul professore ed il suo sogno svanisce miseramente.
    Daniele Ossola offre una narrazione decisamente incalzante a livello psicologico eppure riesce sempre a calamitare l’attenzione del lettore, pagina dopo pagina, fino all’imprevedibile epilogo». Massimo Barile


    Opera Segnalata «Erone, la Santa e il Faraone» di Stefano Paolini, Marino (Roma).
    Questa la motivazione: «Il gioco degli scacchi diventa lo spunto letterario per molteplici considerazioni e profonde riflessioni riguardanti l’esistenza umana. Nella vita bisogna continuamente scegliere la mossa giusta proprio come nel gioco degli scacchi che ne diventa metafora.
    Stefano Paolini regala un romanzo emozionante grazie ad una scrittura precisa e limpida, sempre riuscendo a fissare, in modo perfetto, le evidenze esistenziali e le intenzioni letterarie che generano una narrazione decisamente enigmatica e, proprio per questo, affascinante.
    Il protagonista del romanzo è un giocatore di scacchi che racconta le vicende della sua vita e, al contempo, “si racconta” mettendo a nudo il proprio mondo emozionale: lui confida nella razionalità ed esamina ogni evento con una personale lente d’ingrandimento che diventa, sovente, scrupoloso scandaglio d’ogni più labile percezione, d’ogni minima traccia che necessita d’essere indagata per giungere alla verità, anche se, più precisamente, si dovrebbe dire, alle molteplici verità della realtà esistente.
    Ecco allora che la sfida con Karel Novak Lo sfidante Karel Novak pare essere il figlio di un losco dirigente della polizia segreta ceka.
    Il protagonista è un giocatore di scacchi che gira il mondo, eppure, come egli stesso confessa, “senza arte né parte”, tra il circolo degli scacchi e qualche articolo su riviste del settore, ma, inaspettatamente, viene coinvolto in una vicenda oscura, dopo aver incontrato per caso una donna che pare pazza e gli regala una collana con uno strano medaglione che reca incisa la parola “Vitriol”, dicendogli di portare sempre con sé quel dono perché dovrà affrontare una difficile prova nella quale sarà costretto ad impegnarsi con tutte le sue risorse mentali.
    Nel divenire della narrazione si troverà coinvolto in una indagine di polizia che sarà accompagnata da strane presenze ed inspiegabili eventi, tutto ammantato da un velo di magia e da costanti riferimenti simbolici.
    Stefano Paolini è molto bravo nel “raccontare” e la sua trama risulta coinvolgente con profonde riflessioni generate dalla volontà di offrire uno scandaglio emozionale ed esistenziale». Massimo Barile




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